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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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2.o  Il nome di Michele significa: «Chi mai come Dio». Esso ci fa ricordare il combattimento scatenatosi in cielo: tra l’Arcangelo di Dio che guidò la milizia celeste e satana, capo degli angeli ribelli, che furono precipitati nell'inferno. S. Michele vinse l'orgoglio di Satana: ed è l'Arcangelo che ottiene l'umiltà all'uomo. Tanto è superbo l'uomo che si crede superiore a Dio o di poter fare a meno di Dio, o si fa addirittura Dio.

     S. Michele presiede invece all'adorazione del Dio unico, uno nella sostanza, trino nelle persone. Offre a Dio l'incenso, simbolo della preghiera, come si dice nella Messa.

     Ora S. Michele guida la Chiesa e l'umanità nella lotta contro Satana. L'offertorio della Messa (29 settembre) ci fa così pregare: «O S. Michele Arcangelo, difendici nel combattimento, affinché non ci perdiamo nel giorno del tremendo giudizio».

     E quando le anime escono vittoriose dal combattimento, preghiamo S. Michele a farle entrare nelle file dei santi e degli Angeli.

 

    




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