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Giacomo Alberione Donna associata IntraText CT - Lettura del testo |
[Formare alle vere virtù]
Una conclusione era questa: nell’accudire spiritualmente alle donne avere di mira di formarle a vere virtù. – Non è qui il caso di investigare tutte le ragioni per cui in generale i sacerdoti in fatto si rivolgono di preferenza alla cura della donna. Una certa inclinazione naturale, un certo spirito di comodità, una lunga abitudine di non prendere se non chi ci vien tra i piedi, qualche rara volta un non so che, molto simile ad una passione ecc...: ecco tuttavia alcune cause, giustificanti o no, una tal condotta. Non manca però chi si illude di far abbastanza e calma certi rimorsi della propria coscienza dicendo: Alla fin fine, io lavoro! Ma bada: come lavori? Come sono le donne cui accudisci? – Son cristiane? – Certo per battesimo e per una professione di pietà. Eppure il cristianesimo è una vita: la donna cristiana è di vita ritirata, lavora per sé e per gli altri; prudentissima nel parlare, modesta nel tratto e nello sguardo,
aliena da quanto può accennare ad un pericolo; è paziente, è caritatevole, è umile. – Sono così tali donne? Se non son così, non sono veramente cristiane. – Di più: la donna cristiana è l’angelo consolatore della famiglia, è un profumo che si spande nella casa, è l’olio diffuso a diminuire o togliere ogni attrito causato da varietà di caratteri o veri difetti. Una figlia sarà propriamente cristiana se sarà obbediente, rispettosamente affezionata ai genitori, premurosa verso i fratelli. Una sposa sarà davvero cristiana se circonderà coll’affetto più vero e colle cure più attente il marito, se porterà verso di lui un’umile sottomissione, se gli serberà la fedeltà più delicata. Una madre cristiana vive per i suoi figli, cui istruisce nei principii religiosi e morali con cura gelosa, cui è vivo esempio di virtù, cui sorveglia e invigila continuamente. – Sono così sempre le donne più frequenti alla chiesa, al confessionale, alle prediche? – Qualunque possa essere la risposta, è certo che qui ha da mirare ogni sforzo del sacerdote, se non vorrà cambiare la pietà in un ridicolo pietismo. Dal confessionale e dal pulpito, negli avvisi e nelle prediche, nelle esortazioni e nei consigli, in pubblico ed in privato, ovunque, egli cercherà di infondere nella donna la vita cristiana. Vita che è capace di far di creature debolissime delle eroine di fortezza, di creature mitissime delle eroine di pazienza, di creature timidissime delle
eroine di carità. La storia del cristianesimo ne ricorda un grande numero ed è certo che un numero assai maggiore passarono inosservate dal grossolano sguardo umano: Dio solo ha contato i loro meriti e li pubblicherà il dì del giudizio. Ma è pure certo che esse generalmente ebbero per guida sacerdoti di virtù e generatori di virtù.