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Giacomo Alberione
Donna associata

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[Nella storia della Chiesa]

Molto interessante sarebbe la storia della donna nella Chiesa cattolica ed è da augurarsi che ne sorga presto lo scrittore. Qui, tacendo di infinite altre, ricorderò solo la madre e la sposa di Costantino il grande,15 cause non ultime della libertà della Chiesa e del suo trionfo sul paganesimo; Genoveffa16 e Clotilde, moglie di Clodoveo, re dei Franchi, cui si deve la conversione del marito e del regno; Berta17 cui in gran parte l’Inghilterra va debitrice della fede; Iarislaw e Lioba,18 venerate come missionarie tra i paesi slavi, germanici, ungheresi. Sono felici primizie di quella grande schiera d’eroine19 che in ogni secolo partirono accanto al missionario, per portare la fede e la civiltà nei paesi selvaggi dell’Asia, Africa, Oceania.

A tre donne sono pure legati tre fatti che


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nella storia ecclesiastica sono di una gravità eccezionalissima. Il chiudersi di quel soggiorno che fu causa di guai infiniti per la Chiesa, che giustamente fu detto esiglio o schiavitù avignonese, è merito insigne di santa Caterina da Siena: di questa donna, cui si inchinano gli increduli non meno dei cattolici: di questa donna piissima, letterata,20 abile in politica, ma che tutto riceveva dalle penitenze e dalla preghiera. Il potere temporale dei papi, che, se fu occasione di alcuni mali, portò immensi vantaggi alla Chiesa, ci ricorda subito il nome della celebre Matilde di Canossa, la sua fermezza contro le mire ambiziose dell’imperatore, il suo aiuto prestato al papa. Un’umile giovane poi, la signorina Jaricot,21 creando l’Opera della Propagazione della fede ha gettato le basi di un avvenire glorioso per la Chiesa, ha aperto l’epoca d’oro delle missioni cattoliche.22

Quante sante, che noi veneriamo sugli altari, e che perciò erano dotate di umiltà eroica, non infervoravano nel bene le donne e le fanciulle solamente! ma, avendone l’occasione, stimolavano allo zelo gli stessi ministri del Signore, i pastori delle anime, i vescovi e i papi! Si veda quanto facevano santa Brigida,23 santa Caterina da Siena, santa Maria Maddalena dei Pazzi,24 santa Teresa,25 santa Giovanna Francesca di Chantal26 e altre innumerevoli. Quando si trattava di promuovere la gloria di Dio e la salute delle


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anime non solo pregavano, ma avvisavano ed esortavano le persone più alte in dignità nella Chiesa; né questi se ne offendevano, ché, anzi, ne lodavano lo zelo e se ne valevano. Santa Giovanna di Chantal scriveva, per sua memoria, in una carta che si trovò dopo la sua morte: «Bisogna che ti ricordi di pregare monsignore di Ginevra,27 perché faccia istruire la minuta plebe della città circa il modo di udire la santa messa con riverenza e divozione e di far al mattino l’offerta al Signore di tutte le azioni della giornata». Che forse un san Francesco avesse bisogno di avvisi per la coltura del suo gregge? Tuttavia la santa, credendolo utile, non lasciò di darlo e san Francesco subito se ne giovò. Così leggiamo di santa Maria Maddalena de’ Pazzi: «Ardente di zelo per le anime, quasi dimentica del suo sesso e della sua condizione di suora, investita dallo Spirito divino, dava salutari avvisi a Giovanni28 de’ Medici, arcivescovo di Firenze, poi papa Leone X, che la assecondava; dettava lettere per i superiori di case religiose, affinché ne riformassero gli abusi».

A Maria de’ Medici,29 regina di Francia, raccomandava caldamente quell’inclita religione che fu sempre la più perseguitata nel mondo, ed allora era stata bandita dalla Francia; assicurandola che avrebbe fatto grande servizio alla divina gloria, impegnandosi presso il re suo sposo, perché in Francia la rimettesse. Con gran calore


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esortava quella regina ad adoperarsi perché colà venissero estirpate le eresie e perché quella grande nazione ritornasse a quella pietà in cui si era segnalata ai tempi di re Lodovico.30

Nella vita di santa Caterina da Siena si descrive lo sposalizio mistico della sua anima con lo sposo divino Gesù Cristo. E subito dopo si legge l’ordine datole dal Signore: «Io voglio che le tue virtù siano feconde, non solo per l’anima tua, ma ancora per quella del tuo prossimo. Io voglio unirti a me coi legami della carità verso gli altri. Tu sai che due comandamenti, l’amore del prossimo e l’amore di Dio, racchiudono tutta la legge: essi ti debbono servire come di piedi per camminare e di ali per volare e condurmi anime...».

Santa Germana Cousin31 non era che una pastorella inferma, scrofolosa,32 maltrattata dalla matrigna: ma nel suo cuore ardeva il fuoco dello zelo. Allorché le pecore pascolavano sul pendìo dei monti od erano chiuse nell’ovile, ella si raccoglieva attorno bambine e bambini e loro insegnava il catechismo, a viver buoni, a fuggire il peccato.

Lo storico Palladio33 ci fa un ritratto stupendo di santa Olimpiade, diaconessa, scelta da san Giovanni Crisostomo:34 rimasta vedova a vent’anni, rifiuta nuove nozze e dedica le immense sue ricchezze, le nobili sue energie, le sue cognizioni a servizio della Chiesa. – Visitava


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 gli infermi per soccorrerli, prepararli all’ultimo passo, istruirli; proteggeva e consolava gli esiliati, i carcerati, le vergini: era la cooperatrice forte di san Giovanni Crisostomo nel difendere l’ortodossia, nell’istruire gli ignoranti, nel soccorrere e servire alle diverse chiese.

Esiliato il grande patriarca, ella combatteva l’eresia, ripeteva al popolo le dottrine del vescovo e giunse anche ad eccitare lo zelo del clero contro le mene degli eretici. – Forse è per essa che san Giovanni Crisostomo sentenziò che le donne «possono partecipare a tutte le opere che conferiscono al bene pubblico».

Alla beata Giuliana di Liegi35 noi dobbiamo l’istituzione di quella solennità che è vero trionfo dell’Eucarestia: la festa del Corpus Domini.

E, per passare ad altro ordine di fatti, ricordiamo che sette tra i più grandi dottori della Chiesa36 attestano l’efficacia quasi decisiva della propria madre per le loro convinzioni, per il loro carattere, per la loro vocazione: san Basilio, san Gregorio Nazianzeno, san Giovanni Crisostomo, san Girolamo, sant’Ambrogio e sant’Agostino. – Ricordiamo37 quella santa Caterina di Alessandria che disputa coi più sottili sofisti pagani, li convince, li converte, ne fa altrettanti martiri. La giovane, educata da san Girolamo sui libri di sant’Atanasio, è consultata da molti ed a Roma opera un bene grande per la fede. – Ricordiamo Melania,38 che confuta Pelagio, discute con


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gli stoici,39 converte Valusiano, rimasto ostinato anche innanzi alla stringente logica di sant’Agostino.

Tutti conoscono l’importanza eccezionale che rivestono oggi quegli avvenimenti mondiali che sono i Congressi eucaristici. Si succedono da una lunga serie d’anni con un’imponenza e una copiosità di frutti veramente consolantissimi. Ora: essi ebbero origine da un’umile serva di Dio, che li ideò nel silenzio e nella preghiera.40 – Tutti toccano con mano il diffondersi e l’efficacia della divozione al sacratissimo Cuore di Gesù nella vita cristiana: ora fu Gesù Cristo che scelse un’umile suora della Visitazione per sua apostola: la beata Margherita Alacoque.41

Tutti sanno quanto abbiano contribuito ad abbattere il filosofismo francese, il razionalismo materialista di ieri e l’incredulità venuta di moda, i fatti svoltisi a Lourdes da mezzo secolo a questa parte. Ora fu Maria santissima Immacolata che scelse come sua confidente e come sua apostola una fanciulla tanto innocente quanto semplice: Bernadette Soubirous.42




15 Elena Flavia Giulia (250-330), prima moglie di Costanzo I Cloro, madre di Costantino. Fu benemerita per l’appoggio dato alla religione cristiana dopo l’editto del 313 e per la costruzione di basiliche a Roma e in Terrasanta. – Fausta Flavia Massima (298-326), figlia di Massimiano imperatore e sorella di Massenzio, fu maritata a Costantino in Gallia ancora bambina, nel 307. In vita e in morte fu coinvolta in tragedie familiari.



16 Cf. Bolo, La donna e il clero, o. c., pp. 16-17.



17 Questa santa, congiunta del re del Kent, ebbe cinque figlie che educò alla fede. Rimasta vedova divenne abbadessa di un convento da lei stessa fondato. Morì nel 725 (MM). Cf. quanto dice di Berta: Ventura G., La donna cattolica, II, Milano-Genova 1855, p. 304: «La monarchia e nazionalità inglese sono opera di una principessa francese, santa Berta, figlia di Cariberto, re di Parigi. Essa è colei che convertì il re Etelberto, suo sposo, e la nazione inglese al cristianesimo».



18 Così in DA. Alberione qui forse dipende da Bolo, La donna e il clero, o. c., p. 16s. Lioba (o Leoba, Leobgytha, Truthgeba) è una santa benedettina, badessa verso il 745 nel convento forse da lei stessa fondato di Tauberbischofsheim nel Baden. Imparentata con san Bonifacio dal lato materno, con lui partecipò alla cristianizzazione della Germania. Morì il 28 settembre del 782 (o 779/780) a Schörnsheim, presso Magonza (MM). – Di Iarislaw (Jarislaw o Jaroslaw) si contano diversi principi, di Kiev e di altri territori slavi, ma non è facile accostarli alle sante donne di cui qui si parla.



19 DA ha eroi.



20 Forse illetterata.



21 DA ha Iaricot. Cf. Bolo, La donna e il clero, o. c., p. 17. Pauline-Marie Jaricot è la fondatrice dell’Opera della Propagazione della fede – cf. DA 40; 47; 79; 108; 115; 174-175; 327. Nata a Lione il 22 luglio 1799, lì anche morì il 9 gennaio 1862. Apparteneva ad una ricca famiglia di industriali ed ebbe una giovinezza spensierata. Mutò vita dopo una grave malattia. Illuminata dal fratello Philéas, che poi divenne missionario, Pauline-Marie iniziò fra giovani operaie e alcuni influenti membri del laicato cattolico, quel movimento di preghiera e di raccolta di offerte che il 3 maggio 1822 divenne la grande opera di soccorso per le missioni cattoliche. Animata dal desiderio di riparazione e da quello di diffondere la buona stampa, la Jaricot fondò nel 1826 anche il rosario vivente – cf. DA 115; 306. Percependo come la miseria favorisse la scristianizzazione degli operai, volle tentare un rimedio con un’impresa audace: la creazione di una officina cristiana. Allo scopo ella acquistò le officine Rustrel, nelle Basse Alpi, per gestirle in forma cooperativa. Ma fu ingannata, e l’impresa fallì. Il suo processo di beatificazione fu poi iniziato nel 1930.



22 Alcune di queste organizzazioni erano, per esempio, l’Opera della Santa Infanzia, delle Scuole d’Oriente, di san Pietro Claver, le Œuvres apostoliques, il Bonifaciusverein, la Ludwigsverein, l’Œuvre des partants e simili, tutte iniziate con lo scopo di sovvenire con denaro l’una o l’altra delle regioni o delle istituzioni apostoliche nel mondo. L’opera “missionaria” più citata dall’Alberione era probabilmente proprio la Propagazione della fede (esistente fin dal 3 maggio 1822) ideata dalla signorina Pauline Jaricot.



23 Birgitta Persson (nata nel 1303) era svedese e di nobile famiglia. Venne maritata contro la sua volontà e per un anno si mantenne vergine. Poi ebbe otto figli, tra cui santa Caterina di Svezia. Fondò le Brigidine (Ordine del Santissimo Salvatore). Diede anche consigli a più di un papa, come Urbano V e Gregorio XI. Morì a Roma nel 1373. Alberione era legato affettivamente a questa santa fin da bambino, per via di una chiesetta a lei dedicata vicino alla Cascina Agricola, dove la famiglia si era trasferita, nelle campagne di Cherasco. Davanti a quella chiesetta la mamma aspettava il piccolo Giacomo all’imbrunire, di ritorno dalla scuola elementare.



24 È una santa monaca carmelitana (1566-1607) di nobile famiglia fiorentina e del monastero di San Frediano.



25 Teresa de Cepeda y Ahumada nacque ad Avila, in Spagna, il 29 marzo 1515 e morì ad Alba di Tormes il 4 ottobre 1582. Ebbe una infanzia fervorosa e una prima adolescenza dissipata. L’anno della sua professione si ammalò e decise di dedicarsi alla preghiera. Riavutasi dalla malattia per intercessione di san Giuseppe, si rilassò di nuovo frequentando piacevolmente persone del mondo. La morte del padre (1543) spinse Teresa a riprendere l’orazione e a restarvi fedele. Nel 1560, sull’onda del Concilio di Trento (1545-1563), Teresa poté intraprendere, con fervore, la riforma dell’Ordine del Carmelo che finì con la restituzione delle Carmelitane (scalze) all’osservanza della regola primitiva. Da donna pratica qual era, si occupò delle minime cose del monastero senza trascurare mai la parte economica. Alberione si riferisce spesso a questa santa – cf. DA 47; 182; 225; 244; 246; 335.



26 Francesca Frémyot (1572-1641) era nata a Dijon, in Francia, da famiglia ricca. Dopo la morte del marito, il barone di Chantal, ella si dedicò all’apostolato cattolico in un’epoca in cui luteranesimo e calvinismo si diffondevano in Francia. Sotto la guida di Francesco di Sales, nel 1610 fondò l’ordine della Visitazione (MM).



27 È Francesco (1567-1622), vescovo di Ginevra, dottore della Chiesa, protettore dei giornalisti, nato nel castello di Sales (nella Savoia) il 21 agosto 1567 e morto a Lione (Francia) il 28 dicembre 1622. Alberione si riferisce spesso a questo santo – cf. DA 67; 239; 244; 247; 248; 335. La Filotea era un libro utilizzato spesso nelle meditazioni ai seminaristi.



28 DA ha Alessandro. In realtà chi divenne Leone X (1513-1521) fu Giovanni de’ Medici (1475-1521), figlio di Lorenzo il Magnifico. Eletto papa (1513), riconobbe la Chiesa gallicana (1516). Di indole pacifica, politicamente oscillò tra Francia e Spagna accordandosi infine con Carlo V di Asburgo (Spagna e Austria) contro Francesco I di Valois, francese (1521). Amante del bello e dello sfarzo impoverì l’erario della Chiesa ma promosse lettere, scienze e arti. La data di inizio della Riforma di Lutero (affissione delle 92 tesi al duomo di Wittenberg nel 1517) coincise con il 4° anno di pontificato di questo papa. Se l’autore intendesse realmente Alessandro e non Giovanni de’ Medici, allora il papa a cui si riferisce sarebbe, inverosimilmente, Alessandro XI, che regnò dal 1° aprile al 27 dello stesso mese, del 1605: solo 25 giorni di pontificato (MM).



29 Maria de’ Medici (1573-1642) era la figlia di Francesco II di Toscana. Sposò Enrico IV di Francia (1600). Reggente (1610-1615) per il figlio Luigi XIII, suscitò l’odio del popolo e dei nobili per l’influenza consentita a Concino Concini, gentiluomo fiorentino del suo seguito. Maria fu esiliata dal figlio in Inghilterra e poi a Colonia, in Germania.



30 Forse allude a Lodovico, detto il Pio (778-840), figlio cadetto di Carlomagno. Ma potrebbe anche trattarsi di Luigi IX, santo (1214-1270), figlio di Bianca di Castiglia.



31 Nacque vicino Tolosa, terra di lotte tra cattolici ed ugonotti, nel 1579. Bambina inferma e priva dell’uso della mano destra, era esposta anche a malattie della pelle ripugnanti. Fu oggetto di scherno nella sua stessa famiglia. A nove anni fu isolata dietro un gregge di pecore. Al rientro dal pascolo, la sera, era costretta a dormire nella stalla. Non fece nulla di particolare durante la vita. La si trovò morta un mattino dell’estate del 1601, a 22 anni. Ma nel 1644 il suo corpo fu rinvenuto intatto e l’atteggiamento dei suoi parrocchiani cambiò nei suoi riguardi. Ella era stata soltanto una contadinella devota, “bigotta” secondo altri, ma divenne la patrona del Mouvement rural de la jeunesse chrétienne féminine.



32 La scrofola (da “scrofa”) è l’ingrossamento delle linfo-ghiandole del collo, spesso di natura tubercolare.



33 Blosio Palladio (1508-1580) fu segretario prima di Clemente VII e poi di Paolo III che lo nominò vescovo di Foligno nel 1540 (MM).



34 DA qui e più avanti ha Grisostomo.



35 Giuliana di Liegi, o di Cornillon, nacque a Retinnes, presso Liegi nel 1191. Rimasta orfana, prese il velo verso il 1207. Ebbe una prima visione nel 1209, seguita da molte altre. Verso il 1230 divenne priora del Mont-Cornillon e compose un ufficio. Si dimise da superiora il 2 maggio 1248, per ritirarsi a Fosses dove morì il 5 aprile 1258.



36 Sette… in realtà don Alberione ne elenca sei. Il settimo Padre può essere sant’Atanasio d’Alessandria (cf. DA 139, nota 14). Le loro sante madri sono rispettivamente: sant’Emelia, di Basilio; santa Nonna, di Gregorio; sant’Antusa, di Giovanni Crisostomo; santa Monica, di Agostino. Delle altre non ci è pervenuto il nome.



37 Qui Alberione sintetizza un testo di Bolo, La donna e il clero, o. c., p. 153, su “donne scienziate nel passato”.



38 Melania la Giovane (383-439), nobildonna romana, nipote dell’altra Melania, l’Anziana, parente di san Paolino da Nola, lasciò Roma dopo la morte dei figli, passò in Sicilia e quindi a Gerusalemme, dove fondò un monastero sul Monte degli Ulivi. Fu in relazione con Paolino, Girolamo, Agostino, ed ebbe dispute con Pelagio (354-427), il monaco bretone confutato da Agostino.



39 DA ha storici.



40 Si tratta di Maria Marta Emilia Tamisier (Tours 1884-1910). Ispirata da Pier Giuliano Eymard, si propose di diffondere il culto dell’Eucaristia fra il popolo, imitando la pietà mariana espressa nei pellegrinaggi ai santuari. Animò e organizzò in tal modo pellegrinaggi ai santuari legati all’Eucaristia o a miracoli eucaristici. Il primo pellegrinaggio, alla cappella dei Penitenti Grigi di Avignone, risale al 1874. Mons. L. G. de Ségur, arcivescovo di Parigi, fece propria l’iniziativa ottenendo da papa Leone XIII l’approvazione dell’Opera dei Congressi (1881). Cf. La Civiltà Cattolica 4 [1910] 80.



41 Suora della Visitazione, nacque il 22 luglio 1647 nei pressi di Paray-le-Monial, nella diocesi di Autun, in Francia. Rimasta orfana di padre, di famiglia numerosa, presto conobbe il patire. A 24 anni, il 25 maggio 1671, entrò tra le Visitandine di Paray. Mentre si diffondeva ovunque il giansenismo, ad opera di questa donna iniziò il culto al sacro Cuore di Gesù.



42 DA ha Bernardetta Soubiroux. Bernadette o Maria Bernarda Soubirous era nata il 7 gennaio 1844 a Lourdes dove le apparve l’Immacolata Concezione dall’11 febbraio al 16 luglio 1858. Il 30 ottobre 1867 emise la professione religiosa tra le suore di Nevers. «Non è buona a niente» dichiarò allora la superiora generale, ma mons. Forcade le fece una consegna: «Figlia mia, io vi do il compito di pregare».






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