Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giacomo Alberione
Donna associata

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 54 -


[La forza del cuore]

La forza della donna non istà nella sua intelligenza, ma nel suo cuore: vorrei dire con un autore moderno, nella sua debolezza, nel suo spirito, nella sua bellezza, posta a servizio del suo cuore.

Nell’uomo il cuore è metà del suo essere, nella donna è tutto: più superficiale nel resto, scrisse De Bonald,1 la donna è più profonda nell’amore. – L’amore non ha che episodi nella vita dell’uomo, mentre nella donna è la storia della vita intiera: così scrisse la Staël,2 con forse qualche esagerazione. Ma certo si è che nella donna predomina il cuore e lo si vede dalla sua tenerezza, soavità, spirito di sacrifizio, delicatezza, intuizione. Osservate l’affetto di una figlia verso il padre o la madre: l’affetto


- 55 -


di una sposa per lo sposo, ancorché ruvido e non curante: l’affetto d’una sorella pei fratelli ancorché sprezzanti: l’affetto d’una madre pei figli ancorché ingrati: sono prove del gran cuore della donna.

Ora: alla forza si resiste colla forza, e trionfa il più forte; dinanzi all’intelligenza si usa il raziocinio e si vince da chi ha migliori argomenti e logica più stringente. Così fra due cuori il trionfo è del più grande: e tra l’uomo e la donna questa prevale. La donna non ragiona il proprio ideale, ma l’intuisce e, fattolo suo, l’ama con tutto il suo essere e vi tende con tutte le sue forze, lo sostiene appassionatamente3 di fronte all’uomo.

Lo sostiene colla debolezza. Cosa ben meravigliosa! Quanto più un essere è debole, altrettanto più forte sarà la sua preghiera. Se il povero è più povero, ha maggior efficacia presso il ricco: se il bambino è più piccolo, più facilmente disarma anche il mostro di crudeltà. E questa è la forza della donna: essa è regina sinché prega innanzi all’uomo, quando volesse comandare o ragionare il suo impero si sfascierebbe.

E questa preghiera non solo ella adopera innanzi all’uomo per rafforzare i suoi desideri: ma specialmente innanzi a Dio. Ella prega per l’uomo: ella prega colla confidenza d’un bambino: ella prega coll’umiltà del povero: ella


- 56 -


prega colla costanza spesso di un martire. Prega e Dio l’esaudisce. Ora, chi non sa che la preghiera è onnipotente presso il cuore di Dio? Chi non sa che Dio dà tutto a chi prega bene? Ed ecco la donna che per la sua debolezza diventa forte della fortezza di Dio: ed ecco che la donna vince perché ha con sé Dio.

La donna sostiene il suo impero colla bellezza: bellezza che cresce nella virtù, nella modestia, nel pudore. Nell’Ecclesiastico è scritto: «Per causa della bellezza della donna molti sono traboccati nella perdizione: lo sguardo d’una donna avvenente, ma priva di virtù, abbrucia come il fuoco».4 E, d’altra parte, la bellezza unita alla virtù, muove il cuore dell’uomo, l’inclina verso di lei: ma non lo guadagna che per innalzarlo verso il Signore.

Lo sostiene col suo spirito: l’uomo considera le cose, astrae, generalizza; la donna tutto analizza, rende vivente tutto. La donna sente Dio, la virtù, quanto vi ha di bello e di buono: e nel sentire ama, e nell’amare comunica con persuasione, e persuadendo comunica un’unzione tutta particolare del suo cuore. E l’uomo ne resta dominato, direi, spesso incantato.

Lo sostiene col sacrificio: ma sacrificio che si compie in mille cose minute, che l’uomo sovente disprezza.

La donna per compire la sua sublime missione ha a suo servizio amorose sollecitudini,


- 57 -


esortazioni forti e dolci, rimproveri pieni di tenera soavità, preghiere condite di lacrime cocenti, sguardi che sono una rivelazione, una ispirazione, una intuizione, una suggestione e sorrisi incantevoli, un po’ di tutto questo insieme: e con tali mezzi previene cadute, rialza chi è inciampato, sprona al bene!

Osservate a quante cose arriva una donna, come nulla le sfugge, come tutto prevede, dispone. È questo un fatto troppo frequente per essere sufficientemente stimato: ma pure verissimo. Ben difficile è capire le tenerezze d’una sorella, i riguardi delicati e minuti d’una sposa, le sollecitudini continue e finissime d’una madre. Non risparmia fatiche, veglie, privazioni, sangue, vita: e soffrendo gode di soffrire, e morendo gode di consumarsi, pur di ottenere quanto vuole. E l’uomo rimane vinto, cade ai suoi piedi, si arrende e dice: «chiedi quanto vuoi, comanda».




1 Louis-Jacques-Maurice de Bonald nacque a Millau nell’Aveyron, in Francia, il 30 ottobre 1787 e morì a Lione il 25 febbraio 1870. Sacerdote dal 1811, fu per qualche tempo cappellano del Delfino di Francia, Carlo X. Nel 1852 fu creato senatore. Fautore della lotta contro il gallicanesimo politico ed ecclesiastico (che tendeva a imporre la supremazia dello Stato alla Chiesa in Francia e a temperare l’autorità del papa con quella dei vescovi, dei preti e dei fedeli francesi), promosse la riforma dei libri liturgici di rito gallicano per estirparne le infiltrazioni gianseniste. Contro il monopolio statale della scuola, difese i diritti della libertà di insegnamento.



2 Anne Louise Germaine Necker, baronessa di Staël-Holstein (1766-1817) era nata a Parigi il 22 aprile 1766. Fin dalla tenera età fu una scavezzacollo, una coquette desiderosa tanto di emergere quanto delle attenzioni degli altri. Morì a Parigi il 14 luglio 1817. La sua opera omnia, in 17 volumi, fu pubblicata (1820-1821) dal figlio, il barone Auguste de Staël.



3 DA ha passionatamente.



4 Cf. Sir 9,8, ma anche 25,21; 36,22; 42,12; Pr 11,22; 31,30.






Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL