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Giacomo Alberione Donna associata IntraText CT - Lettura del testo |
Assecondare lo zelo dei pastori della Chiesa
1. Lo zelo dei papi
Il papa, vicario di Gesù Cristo, ha ricevuto il potere non solo di insegnare ai popoli la verità e la morale del Vangelo, ma ancora di guidare lo zelo di tutti, secondo i particolari bisogni dei tempi.31 Ed è per questo che presentandosi nuove circostanze, egli vien determinando
quali opere particolari siano da promuoversi. Così Leone XIII32 inculcò in modo speciale la recita del santo rosario sì in pubblico, come nelle famiglie; Pio X si prese cura particolare della comunione ai fanciulli; altri pontefici raccomandarono in modo specialissimo l’Opera della Propagazione della fede e della Santa Infanzia, l’Obolo di san Pietro,33 ecc. La donna di zelo dovrà sempre ricevere con umile sottomissione e come parola dello Spirito Santo ogni comando della Santa Sede: né solo difenderlo da eventuali accuse dei tristi,34 ma adoperarsi perché, nella cerchia della sua influenza, venga osservato. E quante volte ella non ha occasione di far conoscere e consigliare l’osservanza, per esempio, dei digiuni e dell’astinenza? Quante volte ella non potrebbe farsi collettrice per l’Obolo di san Pietro, oppure zelatrice per l’Opera della Propagazione della fede?
Può avvenire talvolta che donne, colte specialmente, siano tentate di sindacare o giudicare gli atti e le prescrizioni pontificie: questo non solo è fuori della missione della donna, ma può causare scandalo e danno. Ricevere con riverenza ed eseguire: ecco invece il suo dovere.
2. Lo zelo dei parroci
Il parroco è colui che ha la vera responsabilità delle anime che gli vennero affidate:
a lui spetta come diritto e dovere la parte principale non solo, ma anche direttiva della cura d’anime e dell’azione pastorale nella sua cura. Egli può servirsi degli altri ed è suo dovere valersene in proporzione dei bisogni dell’ambiente, dell’abilità dei cooperatori, degli scopi che si prefigge. Agli altri, e particolarmente alla donna, sta l’assecondare umilmente, il cooperare35 secondo le forze, il mettersi totalmente a sua disposizione. La donna rispetto al parroco, nei casi ordinari, dovrà essere quello che è la mano rispetto al capo: un membro che eseguisce e serve, fa sentire i proprii bisogni e sta alle decisioni del suo superiore.
Allorché il parroco favorisce una divozione, una compagnia, una pia unione,36 la donna di vero zelo assecondi il suo pastore; allorché il parroco giudica necessaria un’istituzione, la donna, qualunque sia la condizione sua, vi presti la sua cooperazione, morale o materiale che sia; allorché il parroco invoca il concorso dei buoni o per la chiesa, o per l’ospedale, o per l’Opera del catechismo, la donna risponda secondo le forze proprie all’appello. In una parrocchia, ancorché abbondassero le energie consecrate allo zelo, si otterrebbe sempre poco se queste forze non fossero unite: ora l’unica persona che possa unirle, dirigerle, incanalarle è il parroco. Tutte le istituzioni che hanno scopo pastorale, tutte le iniziative per la salvezza
delle anime, tutte le persone che hanno zelo, nei casi ordinari, direttamente o indirettamente, devono far capo a lui.