Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giacomo Alberione Donna associata IntraText CT - Lettura del testo |
Mezzi di educazione - I. Istruzione
Qui si parla della sola istruzione morale-religiosa. Essa forma come la base dell’educazione ed è nello stesso tempo grande mezzo onde assicurarne l’effetto. È la base, poiché
non si può fare quello che, sia pure senza colpa, si ignora, e non si valuta nella sua importanza. È il mezzo onde assicurare il frutto dell’educazione: poiché solo coll’istruzione e colla grazia divina sarà possibile resistere alla marea dell’errore, che si avanza man mano che si va innanzi nella vita.
E questa istruzione2 deve essere sufficiente e proporzionata al giovane. Per chi dovrà vivere fra i campi basterà che sia tale da conoscere i doveri più ordinarii e le obbiezioni più comuni: più estesa dovrà essere quella d’un giovane operaio, giacché la sua fede avrà più assalti dai compagni, dai giornali, dall’esempio cattivo: estesissima e profonda vorrà essere quella d’uno studente, tale da neutralizzare l’effetto delle ree dottrine di chi vuol mostrare la fede contraria alla scienza,3 la religione in opposizione col progresso, il clero nemico delle istituzioni civili.
Né si vuol intendere con questo che tutto debba farsi dalla madre: a lei spetta la parte che le è possibile: nel rimanente dovrà cercare dei supplenti all’opera sua nei catechismi parrocchiali, nei libri buoni, nelle scuole di religione, nei circoli giovanili,4 negli oratori festivi.
Quello che può far la madre è la parte più fondamentale. Ella deve dare al suo fanciullo una profonda persuasione di queste verità: noi siamo creati pel cielo; per il peccato originale
siamo inclinati al male; ma dobbiamo resistere a tale inclinazione coll’aiuto di Dio che s’ottiene colla preghiera: il peccato è un gran male, i sacramenti sono i canali delle grazie del Signore, Gesù Cristo è l’unico nostro vero maestro.5 Ancora: ella deve far vedere che il fanciullo ha un cuore molto prezioso in cui deve porre dei grandi amori verso Gesù Cristo, la santissima Vergine, san Giuseppe, l’Angelo custode, le anime purganti, i sacerdoti, i genitori, i maestri, i fratelli e sorelle, gli inferiori, i sofferenti, i poveri. In ultimo la madre deve inculcare bene la responsabilità delle azioni proprie, che non ogni inclinazione e voglia deve assecondarsi, che giova rendersi superiori a certi esempi, che occorre aver riguardo anche al prossimo e agli interessi pubblici.
Tutto questo la madre deve insegnarlo gradatamente, in un modo facile, efficace.
Gradatamente: cominciando cioè da quegli anni in cui il bambino non capisce ancora, ma è già capace di far qualche cosa e balbettare alcune parole. Allora sarà sufficiente che ripeta materialmente il nome di Gesù e di Maria santissima: più tardi, aprendosi la sua intelligenza, capirà e gli farà apprendere assai più.
In modo facile: e meglio di tutto sarebbe seguire il metodo oggettivo. Per esempio: mostrando il crocifisso si potrà parlare dell’Incarnazione: da un quadro si eleverà l’anima del fanciullo a conoscere la materna
protezione di Maria santissima: dalla vista6 del cimitero si potrà discorrergli della morte, del giudizio, dell’eternità felice ed infelice, della risurrezione finale. E secondo tal metodo è ancora il sapientissimo principio di valerci delle occasioni: in una passeggiata per luoghi ameni e dinnanzi a certi spettacoli grandiosi di natura parlare della potenza del Creatore: alla morte di qualche persona parlare dello stare sempre preparati: alla vista dei disgraziati parlare della Provvidenza che solo al di là farà piena giustizia ecc.
In modo efficace. E significa: che questi precetti non hanno da essere speculativi, ma subito giova farli eseguire. Dopo aver parlato della preghiera, giova far pregar davvero, ogni giorno, insistendo sempre sui motivi: spiegato come dobbiamo amare i poveri, mandare i figli a distribuire il soldo od il tozzo di pane: inculcato il principio che tutti hanno di lavorare, esigere che stiano occupati secondo l’età e le circostanze. In modo efficace: e significa ancora che generalmente i figli hanno da vedere almeno una ragione sufficiente del comando, sebbene non sempre tutti i motivi: essi hanno da capire che nel mondo vi è divinamente stabilito il principio d’autorità: essi hanno sempre da tener presente che Dio, giusto punitore e rimuneratore, sorveglia a tutti i loro atti. Le coercizioni continue sono capaci di creare degli stolti, dei
tristi, degli spostati nella vita. – In modo efficace: e significa in ultimo che i principii [si] hanno da ripetere ed applicare spesso e che l’eseguirli deve essere cosa d’ogni giorno, per molti anni. Così a poco a poco in essi si formerà l’abito della preghiera, l’abito della divozione a Maria santissima, l’abito di frequentare la chiesa, l’abito dell’obbedire, l’abito di rispettare il prossimo, l’abito di considerare certi compagni come non imitabili, l’abito di riguardare in ogni cosa le conseguenze temporali ed eterne.
Né tutto questo basterà alla madre: ella dovrà nell’età conveniente mandare il figlio al catechismo, o all’oratorio. Certamente che la parola del ministro di Dio avrà un’efficacia divina nel confermare quella della madre: certamente che il sacerdote potrà colla sua autorità, colla sua pietà e scienza far penetrare più profondamente ed estendere le cognizioni morali-religiose del giovane: certamente che il trovarsi con gli altri giovani raccolti allo stesso scopo di provvedere all’anima, innanzi allo spettacolo del tempio di Dio, di fronte ai ministri, distribuiti gerarchicamente, darà una grande persuasione che la vita futura è qualche cosa di importante e che la vita presente non è che un mezzo a quella. E alla madre spetta non solo di inviare i figli al catechismo, ma ancora di accertarsi del loro vero intervento, della condotta e del profitto.
Fattisi poi questi più adulti, la madre procurerà che essi intervengano alle spiegazioni del Vangelo, alle istruzioni parrocchiali, alle conferenze che si tengono quasi in ogni luogo ai Luigini7 o ai membri del circolo giovanile. E su questa ultima cosa la madre dovrà mostrarsi particolarmente vigilante: poiché è nelle conferenze particolari alla gioventù che si svolgono quegli argomenti che più da vicino li interessano.
Che se i giovani intraprendono la carriera degli studi, per una necessità particolarissima, la madre curerà che essi vengano mandati possibilmente a scuole private-religiose. In esse il figlio conserverà più facilmente puro il cuore e riceverà l’istruzione non solo letteraria, ma ancora religiosa. Che se questo non è sempre conveniente in ogni famiglia, la madre curerà almeno che egli frequenti le scuole di religione e legga qualche buon libro, ove si esponga, in modo chiaro e adatto, la scienza della religione.
Né tutto questo è sufficiente ordinariamente: ormai si va sempre più accentuando la divisione degli uomini in due grandi eserciti, uno in lotta contro l’altro, guidati rispettivamente dalla Chiesa e dalla massoneria. Ed i giovani sono il terreno che l’una e l’altra cercano di conquistare: ben sapendo che chi ha i giovani di oggi avrà la società di domani.
Né si può restare ormai indifferenti spettatori
di questo fatto: anche i giovani più pacifici e ritirati sono necessitati a schierarsi da una o dall’altra parte. Che se non avranno un’istruzione sufficiente sui pericoli che li circondano e sopra le fini arti della massoneria, essi cadranno nella rete da essa tesa, benché forse inconsapevolmente. È necessario perciò che i giovani conoscano le società dalla massoneria istituite col pretesto specioso di beneficenza, di mutuo soccorso, di studio, di civiltà, di amor patrio: è necessario che leggano in fondo a certi progetti, a certe feste, a certe istituzioni e comprendano che loro si vuol rubare i più bei tesori, la fede ed il pudore, per servirsene per scopi diabolici. Ora la madre come potrà provvedere a tal istruzione? Se ella ne è capace, potrà farlo direttamente con appositi consigli, dati secondo l’opportunità. Ma al figlio non mostri di imporre la propria volontà, bensì di fare il suo interesse temporale ed eterno. Se poi, come per lo più avviene, non ne è capace, procuri che il figlio entri in circoli e associazioni cattoliche e intervenga alle conferenze che si terranno. Che se queste non esistono, si consiglierà con un sacerdote esperto sul da farsi: cercherà di associare a giornali buoni i figli: potrà chiedere quei fogli pubblicati dalle associazioni cattoliche, che hanno lo scopo di lottare contro la massoneria.
Ancora: una madre non può illudersi che
il figlio debba sempre ignorare i così detti misteri della vita, le tentazioni, i disordini ed i pericoli del mondo. Esporrebbe a far naufragio ben presto, ad essere vittima di compagni cattivi e ad immergersi nel male prima di conoscerlo, perché il giorno in cui il figlio si troverà a forza impegnato in battaglia verrà certamente. Lo addestri a combattere: non lanciandolo tra il male, ma istruendolo con discrezione. Gli parli di certe scuole, officine, compagni, divertimenti, vizi, della tendenza innata al piacere; tolga occasione da fatti accaduti, dalla lettura di un libro o giornale, da domande dei figli; non scateni le passioni, ma usi riserbo e riverenza per la loro innocenza; specialmente li presidii dei mezzi necessarii, che sono: una indifferenza ben intesa, una delicatezza attenta a schivare i pericoli, molta preghiera e divozione alla santissima Vergine. Noti però di non far conoscere al figlio né più presto né in maggior abbondanza di quanto occorra il male.
Il momento della vita in cui più che in ogni altro i figli devono sentire la responsabilità di quanto fanno è quello in cui eleggono uno stato. Allora la madre deve mostrare bene le diverse vie che si parano innanzi al figlio: deve farne vedere i vantaggi e gli inconvenienti con verità. Deve ancora mostrargli l’importanza capitale di questo gran passo nella vita: suggerirgli di pregare, pensare assai e consigliarsi
con un prudente e santo confessore: ma soprattutto deve lasciargli piena libertà. Non già che non possa dargli anche il suo consiglio, ma non può mai imporsi alla sua volontà con comandi, pressioni, imposizioni, troppo vive insistenze. Libertà di viver nel mondo o ritirarsi da esso: libertà di scegliere il compagno di tutta la vita: una sufficiente libertà anche nel darsi ad un mestiere o ad un’arte.
Si dice che vi sono figlie che giungono al matrimonio senza averne alcuna idea: ciò è vero parlando di certe famiglie ove regnano ancora invidiabili semplicità e candori di costumi.
Ma più spesso si verifica quest’altro fatto: si passa a matrimonio con un’idea falsa del matrimonio. Accade di giovani pie allevate negli educandati religiosi: accade di donzelle ricche o elevate per posizione sociale, ove si combina il matrimonio con fini di interessi e riguardi di grado. Qui è l’ufficio tutto proprio della madre: descrivere bene gli obblighi che si assumono con tal sacramento: la necessità di scegliere uno sposo di sani principii morali e religiosi: la preparazione lunga e seria che deve premettersi. Chi altri potrebbe così bene sostituire la madre in questo ufficio?
Molto consigliabile a questo riguardo per i genitori e per i figli è il libro Sposi timorati, sposi fortunati del Nisten8 - L. 2,50 (Libreria Buona Stampa - Torino).