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Giacomo Alberione
Donna associata

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Art. III - Opere di carattere morale-religioso

Unione delle Donne Cattoliche

Deve tenere il primo posto, e perché istituita dal papa medesimo, e perché è destinata a incanalare allo stesso scopo tutte le altre opere femminili di carità, di religione, di azione.

In Italia è una delle grandi unioni del movimento cattolico, e intende di promuovere e organizzare un movimento femminile cattolico che cooperi colle altre anzidette unioni, al fine comune. A raggiungere tale scopo procura: a) di collegare le donne italiane nel proposito di raffermarsi nella professione della fede cattolica e nell’adempimento dei doveri individuali, famigliari, sociali; b) di rendere più pratiche, efficaci e rispondenti alle necessità dei tempi le varie opere cattoliche femminili; c) di agevolare a tutte le donne delle varie classi sociali una cultura adatta alla loro missione cristiana.


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Come si vede non solo viene esclusa la politica, ma «non può anche occuparsi di azione sociale dal solo lato economico, essendo questo compito dell’Unione economica:16 ma si occupa di tale azione in quanto e fino a quando va connessa con gli interessi morali e religiosi del popolo».

Tale istituzione fu davvero provvidenziale. Del lavoro le donne italiane ne compirono e ne compiono assai: ma era un lavoro locale per lo più, un lavoro mancante di una direttiva unica ed illuminata, un lavoro che poteva portare qualche bene, non un bene generale, nazionale. Ora ecco un’unione che, pur lasciando l’autonomia necessaria a ciascuna opera particolare, viene a sollecitarne l’attività, viene ad allargare la finalità, viene ad unificare e convergere tutte le forze agli interessi comuni.17

È provvidenziale: poiché, sorta appena il 21 aprile 1909, ha già costituita una rete di comitati in tutta Italia: ha promosso o favorito molte organizzazioni professionali femminili e anche maschili: ha gettato un forte allarme alle donne contro le organizzazioni laiche: ha lavorato in tutti i modi possibili per il catechismo nelle scuole: ha aperto un numero stragrande di scuole di catechismo, di igiene, della buona massaia ecc.: ebbe l’encomio dell’episcopato, tenne congressi, una settimana sociale femminile, adunanze: in tanti luoghi aprì una


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vera campagna contro la pornografia, la bestemmia, l’alcoolismo.

E qui non sarà inutile accennare ancora ad altre iniziative dei vari comitati di questa unione. Non sono, è vero, esclusivi di essa, perché possono sorgere per opera di qualsiasi società femminile, per esempio, delle Madri cristiane, della Lega del lavoro, delle Dame di san Vincenzo de’ Paoli, delle Figlie di Maria: giova però dire che i comitati delle Donne Cattoliche Italiane si son mostrati singolarmente attivi. Così sarebbe: promuovere l’adorazione eucaristica con l’esempio, le offerte, la parola: promuovere pellegrinaggi18 di donne o ragazzi ai principali santuari, vicini o lontani, nazionali od esteri; funzioni di riparazione in occasione di scandali, di pubbliche calamità. Sono abbastanza numerose le città ove si tennero, per opera delle Donne Cattoliche, commemorazioni di avvenimenti religiosi, per esempio, della pace da Costantino data alla Chiesa:19 o di uomini eminenti per virtù cristiane e civili, per esempio Ozanam.

Fatto più singolare, ma pur vero, si è l’opera prestata da molte donne cattoliche nell’iniziare o sostenere unioni maschili. Così in alcune città favorirono l’adorazione notturna degli uomini, in altre diedero nuova vita al cadente circolo di cultura fra operai, in altre ancora promossero scuole di religione, anche fra gli studenti delle scuole secondarie.


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All’origine delle grandi cose, scrisse il Lamartine,20 tu vedrai sempre la donna; la storia lo attesta, e più ce ne persuade il movimento femminile odierno. Ha delegate in ogni regione d’Italia: le socie di un paese o città formano il comitato locale; si divide in tre sezioni: cultura religiosa: cultura sociale: azione.

È evidente che secondo l’intenzione del Santo Padre21 dovrebbe entrare in ogni località: non divide le forze femminili, ma le coordina: non toglie energie ad altre opere, ma le aiuta e le favorisce.

Chiunque legga qualche numero del bollettino che essa pubblica, Azione cattolica femminile, rimane certamente persuaso del gran bene già fatto, del maggiore che è destinata a compiere e della relativa facilità a costituirla in ogni luogo.




16 L’Unione economica sociale qui menzionata è una vera e propria istituzione, coordinatrice di molteplici opere economiche e sociali fra i cattolici italiani, sorta con l’enciclica Il fermo proposito (11 giugno 1905) – cf. DA 292 – ereditando i compiti del Secondo gruppo per l’Azione popolare cristiana dell’Opera dei congressi. In proposito si veda anche all’Art. V, DA 203ss.



17 Scriveva La Civiltà Cattolica (4 [1909] 32-43, specialmente p. 42s): «Dov’è una donna veramente cristiana, ivi è una forza latente; conviene scoprirla, guadagnarla all’unione. Poi vi sono in tutta Italia, e particolarmente ne’ centri più popolati, infinite opere di attività femminile, ottimamente fondate, egregiamente dirette, ma che si restringono in piccola sfera; sono come altrettanti circuiti di energia elettrica, ai quali per un’attività più vasta, più feconda, più costante, manca solo una mano che li congiunga insieme in una stessa più poderosa corrente. [...] Teoricamente non pare difficile suscitare quasi per incanto tutta un’unione di forze con quelle che già esistono attive. Ma quanti ostacoli si presentano nell’attuare il disegno. Piccole gare s’incontrano anche nelle opere più sante, timori infondati, pregiudizii perfino contro le novità che ancora non bene si intendono. Toccherà alle propagandiste ed alle conferenziere dissipare queste piccole nubi con la calda parola della persuasione, della dolcezza, della carità, soprattutto della pazienza, sicure di ottenere domani, quel che oggi uno zelo, forse di soverchio ardente, potrebbe compromettere per sempre». Fu il voto formulato da un congresso delle donne italiane contro l’insegnamento religioso nelle scuole (problema evidenziato anche in DA 32; 136; 154; 188-190; 197), che determinò il distacco delle donne cattoliche da tale associazione italiana che, in apparenza neutra, era in realtà influenzata dalla massoneria. Si era resa quindi necessaria una organizzazione che pur tendendo ad elevare le masse femminili, fosse ispirata dalla Chiesa. Pio X, al quale la principessa Donna Cristina Giustiniani Bandini fin dal 4 luglio 1908 sottopose l’idea della costituzione dell’Unione fra le donne cattoliche d’Italia, benedisse la nuova associazione, ne postillò di suo pugno gli statuti e l’appoggiò sempre, incoraggiando la donna italiana a non rimanersene chiusa in casa, ma ad uscirne, se necessario, per difendere la famiglia, lavorando al largo per ricostruire una società cristiana sull’esempio di Giovanna d’Arco. L’Associazione delle donne seguì le vicende, le forme, i programmi dell’Azione cattolica, mediante un ufficio di presidenza aperto a Roma e mediante comitati locali distribuiti nei centri urbani di tutte le regioni italiane.



18 Per vincere il tradizionale amore alla quiete proprio della gente di campagna, i comitati locali dell’Opera dei congressi ricorrevano, anche in Piemonte, ad un mezzo particolarmente efficace: i pellegrinaggi, che oltre essere una pubblica dimostrazione di forza agli occhi dei liberali e dei socialisti, servivano a rinsaldare le fila dei cattolici, esaltandone la fede, vincendone il rispetto umano e galvanizzandoli a quelle attività che le necessità del momento esigevano. Per questo venivano concertati frequenti viaggi nell’ambito di ciascuna diocesi e della propria provincia; più importanti furono quelli organizzati dall’Unione del coraggio cattolico fondata a Torino verso il 1880 per tutto il Piemonte: alla Madonna di Cussanio presso Fossano, al santuario di Vicoforte presso Mondovì, alla Madonna dei Fiori in Bra, alla Madonna degli Angeli presso Cuneo, a Roma per il giubileo di Leone XIII nel 1902.



19 Lo stesso Alberione promosse, da insegnante di Storia in Seminario, la celebrazione centenaria della Pace costantiniana (313 d.C.). Cf. Abundantes divitiae gratiae suae, n. 102.



20 Il poeta-scrittore romantico e uomo politico francese Alphonse-Marie-Louis de Lamartine nacque a Mâcon il 10 ottobre 1790 e morì a Parigi il 28 febbraio 1869. A base della sua educazione ci fu sua madre, una donna colta e intelligente, religiosa e caritatevole.



21 Pio X.






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