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Giacomo Alberione
Donna associata

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[Assistenza alle emigranti]

Connessa ancora è l’Opera per la tutela della donna italiana all’estero, che ha la sua direzione presso quella della protezione della giovane. Le sue finalità sono analoghe a questa: anzi si potrebbero dire le medesime: notando però


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che ha di mira particolarmente le emigranti italiane. E ve ne ha bisogno: l’Italia è la nazione che relativamente dà il maggior contingente di donne all’emigrazione!

E qui verrebbe da fare una lunga enumerazione di istituzioni particolari per la protezione delle bagnanti, delle addette alle stazioni climatiche o agli alberghi, delle mondariso ecc. ecc.

Molto opportunamente in tante città sono aperte case-famiglia, cucine economiche, pensionati per operaie. Essendo per lo più dirette da suore, o almeno da persone oneste, forniscono a queste giovani vantaggi economici, igienici e morali. E questi vantaggi sono così evidenti, che gli stessi direttori delle aziende invitano spesso le suore ad istituirne non solo, ma ancora preferiscono le operaie che le frequentano alle altre.

Ottima poi è a questo proposito un’altra iniziativa tentata con buon successo in tanti centri: aprire laboratori, stabilimenti sociali o privati, aziende per fornire lavoro alle giovani che altrimenti emigrerebbero. (V. Un’opera cattolica sociale femminile in Torino: Laboratorio della Consolata - 0,50 presso l’Azione sociale popolare - Via Legnano 23, Torino). Qui oltreché si presenta spesso occasione di un guadagno superiore, vi è l’altro inestimabile vantaggio di tenere lontane le giovani dai pericoli. Inoltre loro si può dare un’istruzione ed educazione religiosa:


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vivendo in famiglia, assai più facilmente si preparano a diventare buone spose. E questo di impedire l’emigrazione sia dai centri rurali per accorrere alla città, o come persone di servizio o come operaie, sia dalla nazione, per cercare all’estero un lavoro più lucroso, dovrebbe pur essere impegno d’ognuno, anche della donna. Già lo si tenta infatti in molti circoli, compagnie delle Figlie di Maria, scuole professionali ecc. Quante infelici ragazze si illudono! E non solo ragazze, scusabili d’altronde, ma anche genitori, che passano per cattolici! Si guadagnerà di più in città, all’estero? La cosa è problematica; anzi spesso non si guadagnerebbe più in casa, pur di migliorare i metodi e industriarsi? Posto pure un miglior guadagno: non si spenderà anche più? Ed una figlia, senza dote ma che sa governare una casa, non è da preferirsi a quell’altra che, emigrando, non ha imparato tale arte, portasse pure un migliaio di lire in dote? E la sanità, spesso perduta, e i sentimenti cristiani, sovente dimenticati, non valgono qualche centinaio di lire?

La contessa Keranflech-Kernezne39 tenne su questo argomento una così pratica conferenza, che davvero la si dovrebbe trascrivere per intero. Ella consiglia non solo la smerlatura in tutte le forme ed il ricamo: ma insiste in modo particolare sulla coltivazione razionale dei polli, dei legumi, della frutta. Questi lavori, ella dice, si possono avere anche nei


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centri rurali senza che occorra disertarli, per accumularsi in città: se coadiuvati dalla cooperazione, dai sindacati, dalle unioni professionali, saranno assai più rimunerativi che non l’industria ed il commercio. In molti luoghi, ad impedire la emigrazione basterebbe una più ampia istruzione sui pericoli morali e materiali che l’accompagnano. Lo si vede: tanti emigrati erano in condizioni più felici nella patria. Tuttavia in alcuni casi non la si potrà impedire! Allora è necessario almeno prevenirne i disastrosi effetti. Ed anche a questo seppero provvedere donne cattoliche. Nelle città e nei centri, dove più diffusa è questa piaga, istituirono scuole speciali pro emigranti. Là colla lingua della nazione, cui si indirizzano, si dà pure qualche nozione sui doveri, sui pericoli, sui viaggi, sui contratti di lavoro, sul risparmio ecc. Queste donne poi si incaricano di comunicare i nomi degli emigranti alla Società di protezione della giovane, alla Società per la tutela della donna all’estero, all’Opera Bonomelli, all’Opera Scalabrini,40 ecc. secondo il caso. Così l’emigrante non solo avrà tutela, ma ancora sarà guardato da turpi speculatori.

V. 1. Italiani in esilio - Mondini.

2. Emigrazione in genere - Pasteris.

3. Emigrazione operaia italiana - Pasteris.

Ciascuno costa 0,50 e si vende presso: Azione sociale popolare - Torino - Via Legnano 23.


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4. Guida dell’emigrante italiano (0,25 - Tipografia del Resegone - Lecco).

5. Chiave della fortuna (0,70 - Libreria Salesiana - Corso Regina Margherita - Torino).




39 DA ha Keranflech-Kernenze. Attorno al 1886 era nata, in Francia, l’Associazione cattolica della gioventù. Nel suo primo bollettino apparve che suo intento era quello di raggruppare tutta la gioventù francese di buona volontà, allo scopo di cooperare al ristabilimento dell’ordine sociale cristiano in Francia. Il suo metodo era sintetizzato da sole tre parole: «pietà, studio, azione». L’Associazione accoglieva le direttive di Leone XIII (Carpineto Romano 1810 - Roma 1903), e, soprattutto sotto la presidenza di Henri Barire e poi di Jean Lerolle s’impegnò fortemente nel sociale. Questo orientamento, popolare e democratico, s’espresse in numerosi congressi che, fino alla pubblicazione di DA, discussero importanti temi sociali. Per esempio, il congresso del 1891 ebbe per tema la conoscenza e l’approfondimento delle condizioni della gioventù operaia in Francia; nel congresso del 1908, celebrato ad Angers, fu invece discussa la questione agraria; nel congresso di Lyon, nel 1912 si affrontò l’organizzazione professionale dei giovani e delle giovani. In questo contesto va collocato l’impegno d’una conferenziera di razza che arrivò anche a Torino. Nata Simone de Boiboissel, la nobile contessa Keranflech-Kernezne aveva da poco pubblicato un opuscolo che usava normalmente come base per le conferenze. Il titolo era: Causeries et conseils aux mères de famille [Conversazioni e consigli alle madri di famiglia], R. Prud’homme, Saint-Brieuc 1911, che don Alberione potrebbe aver avuto tra le mani. Lo stesso argomento delle conferenze e dell’opuscolo la contessa lo toccherà nel 1925, in un’altra breve raccolta pubblicata come Trois semaines rurales féminines. Causeries sur l’éducation [Tre settimane rurali femminili. Conversazioni sull’educazione] dallo stesso editore francese. I temi che la contessa più dibatteva riguardavano: «l’enseignement ménager, la pédagogie familiale, l’assistance hygiénique sociale, comme bases de l’instruction de jeunes filles», come risulta da una sua conferenza stampata, in 16 pagine, nel 1927. La contessa, nobile di casato, s’interessò alla formazione sociale della donna più disagiata, giovane e contadina.



40 Giovanni Battista Scalabrini era nato a Fino Mornasco (Como) l’8 luglio 1839 e morto a Piacenza il 1° giugno 1905. Di famiglia piccolo-borghese, dopo il liceo entrò in seminario dove, come collega, ebbe Luigi Guanella. Fu ordinato sacerdote a Como il 30 maggio 1863 e rimase in seminario prima come professore e poi come rettore, sino al 1870, avendo modo di invitare, come predicatore di Esercizi, l’allora prevosto di Lovere, Geremia Bonomelli. Con Bonomelli più tardi Scalabrini avviò una intensa collaborazione pastorale.






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