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Giacomo Alberione
Donna associata

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Art. V - Opere di carattere economico

Unioni professionali41

Un vasto compito spetta a queste unioni nella soluzione del problema sociale femminile. Esse non sono uno strumento di lotta, come taluno immagina, poiché dominate dallo spirito cristiano. Ciò che non faranno i cattolici lo faranno i sovversivi: e ciò che si farà senza di noi si farà contro di noi. Sono possibili tante organizzazioni, quante sono le professioni femminili:42 telegrafiste, postine, mondine, ricamatrici, sarte, lavoratrici dell’ago, tessitrici, infermiere, serve, addette alla ferrovia, agli alberghi, commesse ecc. ecc. Tali unioni hanno lo scopo di difendere gli interessi della classe, dinnanzi agli eventuali soprusi: di assicurare la libera professione cristiana: di avviare le socie ad un elevamento morale. Fortunatamente anche qui si ebbe già un lavoro considerevole: abbiamo il Sindacato tessile italiano, il Sindacato delle lavoratrici dell’ago, il Sindacato delle infermiere, la Lega sarti, ecc. Si possono conoscere rivolgendosi all’ufficio centrale dell’Unione popolare (Padova).


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Sezioni locali di tali opere possono costituirsi ovunque occorra una necessità. Ad esse poi si potrà unire una scuola professionale, quando si giudichi utile: particolarmente gioverà una scuola di economia domestica, di cucito, di taglio. Le giovani potranno essere meglio preparate alla vita, quando a Dio piacendo, passeranno a marito.

Vantaggi che sempre deve ripromettersi una tal lega sono: l’abolizione del lavoro notturno; il riposo settimanale festivo; l’igiene negli stabilimenti e nelle fabbriche; corsi serali di istruzione; cassa di risparmio e mutuo soccorso.

V. L’organizzazione professionale della piccola borghesia nel Belgio (De Clerc, presso l’Azione sociale popolare - Torino - Via Legnano, 23).




41 Unioni professionali: cf. DA 40; con un certo sdegno Alberione accennerà anche ad “un sindacato operaio” (cf. DA 155) marcando, tuttavia, l’importanza della “cooperazione”, dei “sindacati” in genere e delle “unioni professionali” – cf. DA 202-203. Il complesso mondo dell’organizzazione sindacale italiano, a prevalente carattere socialista (camere del lavoro, federazioni, Federterra) raggiunse una sua unificazione nazionale nel 1906 con la creazione, a Milano, della Confederazione generale del lavoro (cf. il parere negativo di don Alberione in DA 33) che come obiettivo statutario si poneva «la direzione generale e assoluta del movimento proletario, industriale e contadino, al di sopra di qualunque distinzione politica». In realtà, la CGL restò in mano ai socialisti della corrente riformista (il cui segretario generale dal 1907 al 1918 fu R. Rigola).



42 Cf. Bolo, La donna e il clero, o. c., pp. 224ss.






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