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Giacomo Alberione
Donna associata

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2. [Due avvertenze]

Conosciuti i bisogni della sua cura e le forze su di cui può contare, rimarranno al parroco due cose a farsi:


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Anzitutto servirsi possibilmente di quanto già esiste. Se, per esempio, si desiderasse istituire una biblioteca circolante, perché il popolo ama molto la lettura, si potrà cominciare dal fornire pochi e scelti libri alle giovani più adulte dell’oratorio. Forse, portati in famiglia saranno letti ancora dalla madre, dalla sorella, dal padre, dal fratello: si lascierà allora capire che volentieri si impresterebbero anche ad essi, dietro semplice domanda. Così da questo oratorio femminile, non sarà difficile scegliere le giovani più pie, più serie, che esercitano un più forte ascendente sulle altre, per gettare le fondamenta di una compagnia di Figlie di Maria, o di una scuola di cucito, di economia domestica, delle catechiste volontarie.

Un parroco zelantissimo diceva: «Occorre allargare secondo i bisogni d’oggi gli scopi delle associazioni antiche». E davvero: poiché nessuno deve dubitare di questa verità: scegliere i mezzi più convenienti al fine da ottenere. Oggi sarebbe ridicolo ostinarsi nell’adoperare i sistemi primitivi di navigazione, di stampa, di tattica militare, ecc. La religione, i dogmi, la morale cristiana sono immutabili nella loro sostanza, ma progredisce il nostro modo di conoscerli e di applicarli. La Chiesa cattolica è indefettibile e della parola del Vangelo non cadrà neppure un apice: ma la Chiesa ed il Vangelo possiedono pure una mirabile facilità


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di adattarsi ai tempi ed agli uomini... Tanto più questo si ha da dire delle compagnie, associazioni, congregazioni religiose. Illustrando il suo pensiero quel parroco diceva: «Una fraternità di terziarie oggi potrebbe assumersi l’incarico della diffusione della buona stampa, promuovere, all’occorrenza, sottoscrizioni contro progetti di leggi contro la Chiesa, obbligarsi a sostenere con ogni specie d’aiuti l’oratorio ecc.».

Questo modo d’agire apporterà molti vantaggi. Vantaggi negativi, in quanto si eviterà quello spirito di novità che alimenta la vanità di chi opera, aliena quasi sempre un certo numero di persone, crea mormorazioni; si eviterà di creare dei duplicati, di suscitare delle concorrenze, di lasciare inerti preziose energie.

Vantaggi positivi: le cooperatrici antiche avranno nuovo campo al loro zelo, le moderne si vedranno comprese, nelle loro giuste aspirazioni, e si avrà la concordia delle menti, delle volontà, d’azione; più presto si otterrà lo scopo, giacché si richiederà meno opera di persuasione; si avrà più affidamento di stabilità, poiché si tratta di un fondamento, che ha già superata la grande prova del tempo.

In secondo luogo: si utilizzi l’antico o si crei ex novo, è importantissima un’equa distribuzione del lavoro. Questa è parte principale di chi governa: non solo di chi occupa posti eminenti nella gerarchia, ma ancora di chi si trova a capo d’un ristretto lavoro parrocchiale.


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Cercare chi ha attitudine ad un determinato ufficio e metterlo nella possibilità di compire la sua missione: non lasciare alcuno inerte, imbronciato censore degli altri: utilizzare in bene le preziose forze, che si nascondono in quello, che più che amor proprio dovrebbe chiamarsi dignità personale, o il fondamento della sociabilità. Dio manda i buoni operai alla sua messe: si vorrebbe pensare che Egli non dia i mezzi umani sufficienti?

Sta al padrone del campo ripetere ciò che diceva il padrone evangelico riferendosi alla sua vigna: Quid statis tota die otiosi?7

Tutte abbiano8 qualcosa: senza gravare nessuna. Chi dovrà essere più in vista e chi meno, chi dovrà dirigere e chi ubbidire, chi darsi alle opere di pietà, chi a quelle di beneficenza e chi a quelle che vengono sotto il nome di azione femminile sociale. Così non è difficile capire che una maritata ed una vedova possono occuparsi di cose più delicate che una giovane: che una maestra gode assai più ascendente sui fanciulli del catechismo che non una contadina; che una donna nobile è più ordinariamente seguita che una donna del volgo: che la moglie del sindaco può avere una influenza impossibile alle donne comuni: che un’anima molto addentro alle cose di spirito meglio comprende le “anime vittime” che non quella che poco coltiva la virtù... E gli esempi si potrebbero moltiplicare all’infinito.


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Un’inerte non sarebbe col parroco, e chi non è con lui, sarà presto o tardi contro di lui. Al parroco sta il tenere con ferma dolcezza le fila del lavoro pastorale, unificarlo, dirigerlo ai suoi fini: ma ogni operaia è una risorsa di più.




7 Cf. Mt 20,6: «Quid hic statis tota die otiosi? – Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?».



8 DA ha abbiamo.






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