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Giacomo Alberione, SSP Maria Regina degli Apostoli IntraText CT - Lettura del testo |
PRIMO APOSTOLATO
a) L'anima interiormente santa inietta nel corpo mistico di Gesù Cristo, che è la Chiesa, un sangue puro e vivificante che giova a tutte le membra; le accresce, le rinvigorisce per le battaglie di Dio.
S. Paolo ci parla tante volte di questo corpo mistico. Pio XII ha esposto nell'Enciclica «Mistici corporis Christi»1 limpidamente la dottrina della Chiesa su questo argomento. Molti libri lo hanno illustrato. Ora, in un corpo, la mano, il piede, la lingua operano esternamente, ognuno lo vede; ma il cuore compie una funzione più importante, larga e necessaria, sebbene invisibile.
Le armi in nostro potere non sono umane, ma divine, capaci di abbattere il male e le opere dei tristi, di vincere ogni dottrina che si oppone a Dio e a Gesù Cristo; di conquistare ogni intelletto e piegarlo a Cristo. «Arma militiae nostrae non sunt carnalia, sed potentia a Deo ad dextructionem munitionum, consilia destruentes, et omnem altitudinem extollentem se adversus scientiam Dei, et in captivitatem redigentes
omnem intellectum in obsequium Christi» (II Cor. 10, 3).
Di questo sangue puro, di questa vita soprannaturale, di questi cuori che sono di Cristo, sempre vive la Chiesa: dal Cenacolo ad oggi, e nei secoli.
E' grande la parola di Gesù Cristo: «Pro eis sanctifico meipsum: per loro (i discepoli) mi perfeziono e santifico» (Giov. 17, 19). Da Lui la grazia passa ai Santi. Questi ne hanno una partecipazione: ne riversano quod superest, ciò che sovrabbonda.
b) I Santi sono potenti presso Dio in misura e nel grado dei loro meriti e della loro santità. La potenza d'intercessione corrisponde alla unione che in terra ebbero con Dio.
La preghiera, dice S. Agostino, è la forza dell'uomo e la debolezza di Dio. Infatti il Signore si è impegnato ad ascoltare le domande nostre: «Qualunque cosa chiederete, credete di riceverlo, e vi sarà dato: Quidquid orantes petitis, credite quia accipietis, et fiet vobis...». Quale apostolato esercitò Gesù sulla croce! Fra le Sue agonie, pregando per i peccatori, mandando il Suo grido «Sitio!». Egli salvò il mondo più con la Sua passione e morte che con la predicazione, a nostro modo di esprimerci.
c) Il vero apostolato è quello che s'innesta, si immedesima, si uniforma con l'apostolato di Gesù. E' ispirato nel medesimo movente: la gloria di Dio, la pace degli uomini. Molti, tra quelli che si dicono apostoli, non curano la maggior gloria di Dio. Sono cembali rumoraggianti,
campane che suonano, vento che gonfia; ma tutto poi si disperde. Molti, troppi, quaerunt quae sua sunt et non quae Jesu Christi.2
L'uomo di Dio giudica le cose sotto la luce che viene dall'alto: più che dall'aspetto esteriore, ne comprende la parte che esse hanno nel piano redentivo di Dio. Gli insuccessi non lo abbattono; Dio può essere glorificato dalla sua stessa umiliazione. La mira sua, la sua intenzione è sempre a Dio ed alle anime. Così ogni apostolato acquista sempre più i caratteri, l'efficacia e la vitalità soprannaturale. Dio è tutto; le anime sono fra le braccia di Dio: «Filioli mei, quos iterum parturio, donec formetur Christus in vobis».3
«Quando Dio vuole che un'opera sia tutta delle Sue mani, riduce tutto all'impotenza, poi opera». Annientato l'io, vive Dio. Col programma di Gesù Cristo si opera con Lui, in Lui, per Lui. E quando Dio è con noi, chi sarà contro di noi? Maggior sicurezza non si può avere che «Domino cooperante et sermonem confirmante...».4 Quest'apostolo potrà tutto: «Opera quae ego facio, et ipse faciet, et majora horum faciet».5