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Giacomo Alberione, SSP
Maria Regina degli Apostoli

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CHE SIA

 

          Dopo l'apostolato dei santi desideri, della preghiera, del buon esempio e della sofferenza, viene l'apostolato delle opere.

          L'apostolato dell'esempio dispone le anime e le persuade; l'apostolato della beneficenza le guadagna e le conquista stabilmente. Nulla induce maggiormente ad accettare l'insegnamento che il sentirci compatiti nelle pene e il ricevere soccorsi nelle necessità.

          Gesù beneficò tanto. La malattia del corpo è un'espressiva immagine delle malattie invisibili delle anime. Gesù, per guarire le anime, guariva i corpi. «Gli portavano tutti gli ammalati, affetti da vari languori e dolori, e indemoniati, e lunatici e paralitici; ed Egli li curava» (Mt. 4,24). La sua virtù taumaturga era al servizio del Suo tenerissimo cuore.

 


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          Tutti lo sapevano e ne approfittavano largamente: «Et omnis turba quaerebat Eum tangere quia virtus de Illo exibat et sanabat omnes: la turba cercava di toccarLo, perché da Lui usciva una virtù sanatrice» (Lc. 6, 19).

          Come sarebbe difficile parlare del cielo a chi è preoccupato della vita presente e non trova soccorso nelle sue infermità! Come è difficile parlare del pane dell'anima a chi ha lo stomaco vuoto!

          Maria è formata su Gesù; ne è la copia più fedele. E' apostola della beneficenza.

          Il regno di Dio non è di questo mondo; ma è in questo mondo. Occorrono sempre spese, mezzi umani e beni temporali per le scuole, per le associazioni, il culto, gli infermi, la dottrina cristiana, le missioni, i conventi, le edizioni.

          L'operaio merita la sua mercede; chi serve all'altare deve vivere di tale servizio. Dice infatti S. Paolo: «Non sapete voi che i ministri del tempio, vivono del tempio, e che quelli che servono all'altare hanno parte all'altare? Così pure ha ordinato il Signore a quelli che annunziano il Vangelo, di vivere del Vangelo». Ed ai generosi che contribuiranno non mancherà la ricompensa.

          «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt. 5, 17). Ed invece: «Un giudizio senza misericordia è riservato a chi non avrà usato misericordia» (Jac. 12, 13). Notando che buona cosa è dare denaro; migliore dare la opera, fare sacrifici, consumare la vita nel servire agli infermi, predicare la parola di Dio, istruire gli ignoranti, stampare e diffondere la divina parola, produrre e dare film istruttivi,

 


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proiezioni religiose, immagini e sculture sacre... La beneficenza sovviene a queste necessità.

 




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