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Giacomo Alberione, SSP Maria Regina degli Apostoli IntraText CT - Lettura del testo |
A CORREDENTRICE
La Messa è il sacrificio della Croce portato sugli altari nostri. Ogni mattina andiamo al Calvario per contemplarvi il Crocifisso e l'Addolorata, per partecipare ai frutti della Redenzione. La Messa è il grande apostolato dei cuori amanti, poiché dà a Dio onore e grazie: ottiene agli uomini misericordia e grazia.
Non siamo in essa semplici spettatori, ma attori. In essa con Maria sacrifichiamo ed immoliamo Gesù, in quanto ci appartiene.
Consideriamo Maria Corredentrice e Riparatrice nostra.
Maria somministrò al Redentore la materia della carne e del sangue con cui sarebbe stata preparata l'ostia per la salvezza nostra. Di più: custodì, nutrì e a suo tempo offrì Gesù, con vero suo consenso, sull'altare della croce.
Come nel Getsemani Gesù accettò di immolarsi,
così Maria diede il consenso all'immolazione e, per quanto stava da lei, immolò il Figlio suo. Consenso in modo diverso, ma simile a quello dato per l'incarnazione.
Mai durante la vita venne a rompersi l'unione di volontà o di intenzioni e di dolori tra Madre e Figlio; e tanto meno fu rotta sul Calvario: quando Gesù era crocifisso e Maria stava ai piedi della Croce. Per questa unione di dolori, di volontà e di intenzioni tra Maria e Gesù Cristo, Maria divenne Riparatrice e Corredentrice nostra e Dispensatrice dei frutti della croce. Il Redentore è Gesù Cristo solo. Maria concorse alla redenzione e vi cooperò per mezzo di Gesù Cristo e con Gesù Cristo. Gesù Mediatore principale per ufficio; Maria Redentrice secondaria e associata per divina disposizione alla grande opera.
Maria non è fonte della grazia: lo è soltanto Dio. Ma la Vergine, unita a Gesù Cristo, ci meritò la grazia per congruità; Gesù Cristo per condegnità.
La SS. Vergine fu associata a Gesù Cristo nella redenzione dell'umanità. In generale si può dire che Maria ci redense nel modo con cui ci redense Gesù Cristo. Questi per mezzo della Sua passione; Maria per mezzo della sua compassione, cioè delle sofferenze unite alla sofferenza di Gesù.
Da una parte Gesù e Maria soffrirono un complesso di dolori; dall'altra lo fecero per obbedienza al Padre e per motivo di carità verso le anime. La compassione di Maria non si riduce all'ultimo atto o epilogo della sofferenza, sul Calvario, ma cominciò il giorno dell'Annunciazione,
quando acconsentì a divenire Madre del Redentore. Non era una maternità comune che accettava, ma la maternità di Colui che si faceva uomo per morire in redenzione dell'uomo peccatore. La compassione non è un semplice affetto commiserativo come si verificò in S. Giovanni e nelle Pie Donne che stavano presso la croce con Maria. Essa non è neppure un semplice e personale dolore comune, sebbene in diverso grado, a S. Giovanni e alle Pie Donne. Compassione di Maria indica invece quel complesso di pene che nella passione di Gesù Cristo e con Lui, sopportò per la redenzione e salvezza degli uomini come Cooperatrice nella grande opera. Questa compassione è cosa tutta personale e propria di Maria.