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Giacomo Alberione, SSP Maria Regina degli Apostoli IntraText CT - Lettura del testo |
TUTTO PER TUTTI
Si fecero tutto a tutti, per tutti salvare (I Cor. 9, 22).
Ammirabile commercio, che è tutto divino! Dice Leone XIII: l'uomo, per mezzo dell'uomo, imparerà la via della salute. Gesù Cristo volle associarsi dei cooperatori, dispensatori dei Suoi tesori. Sono i Sacerdoti. Essi stanno in prima fila. Sono Preti e Vescovi, una schiera meravigliosa in cui primeggiano santi Pontefici, missionari, santi Sacerdoti.
Ma, oltre ad essi, tutti i cristiani hanno una collaborazione all'apostolato. Vicino al Clero ufficiale, fin dalle origini della Chiesa, si formarono compagnie di volontari, veri corpi scelti. Di essi abbiamo avuta una vegetazione perenne
e rigogliosa; prova della vitalità sempre giovane della Chiesa.
Così in ogni secolo, vi sono stati uomini di azione, ferventi cattolici, dal cuore ardente; fecero un blocco contro le forze del male, o compirono un lavoro di penetrazione delle masse. Furono lievito nella pasta, furono sale preservatore. Sebbene non ordinati, non parte della gerarchia, diedero uno spettacolo meraviglioso e confortante. Fu una fioritura di opere, nate al momento opportuno, sempre adatte al bisogno.
S. Pietro (I Pietr. 2) esorta i Cristiani perché, deposta ogni malizia e frode, e le finzioni e le invidie, ed ogni sorta di maldicenze... si comportino come stirpe eletta, regale sacerdozio, la nazione santa, il popolo di acquisto, affinché siano esaltate le virtù di Colui che, dalle tenebre, ci chiamò all'ammirabile Sua luce.
A proposito dell'apostolato dei laici, S. Paolo scrive: «Prego Evodia e scongiuro Sintiche ad essere di un medesimo sentimento nel Signore e mi raccomando anche a te, o fedele compagno, di porgere la mano a queste che hanno combattuto con me per il Vangelo, con Clemente e con gli altri miei collaboratori i nomi dei quali sono nel libro della vita» (Filip. 4, 2).
Ai Romani (16, 1), scrive: «Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è Diaconessa nella chiesa di Cencre... perché ella aiutò molti, ed anche me». Ufficio della diaconessa era di istruire ed aiutare i poveri, gli infermi, i catecumeni del suo sesso: custodire i luoghi sacri, assistervi le donne, intervenire per il loro battesimo ed altri simili servizi.
In altri passi S. Paolo ricorda Prisca ed Aquila
come suoi cooperatori in Gesù Cristo. Lavoravano attivamente ed avevano sostenuto frequenti persecuzioni: avevano esposto anche la loro vita per S. Paolo. Nè solo meritarono la riconoscenza dell'Apostolo, ma anche quella di tutte le chiese dei Gentili.