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Giacomo Alberione, SSP Maria Regina degli Apostoli IntraText CT - Lettura del testo |
GLORIA A DIO
L'apostolo ha due mire: la gloria di Dio e la pace degli uomini.
Questo è il programma del Figliuolo di Dio incarnato. Lo fece cantare dagli Angeli i quali Lo intendevano bene: «Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis»1. E la Chiesa lo ha messo nella sacra Liturgia facendolo seguire da una specie di commento per maggior nostra intelligenza: «Noi Ti lodiamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo, Ti glorifichiamo; Ti ringraziamo per la Tua grande gloria. O Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. O Signore Gesù Cristo Figlio Unigenito. Signore Dio, Agnello di Dio. Figliuolo del Padre, Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra preghiera. Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi, perché Tu solo o Gesù Cristo, sei il Santo; Tu solo il Signore; Tu solo l'Altissimo. Insieme con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre».
Queste due aspirazioni, mai ed in nessun Angelo o Santo, furono così vive come in Maria SS., dopo Gesù Cristo. Gesù Cristo è l'Apostolo; Maria l'Apostola e Con-apostola. Ciascuno nella sua posizione, ma uniti nelle stesse mire.
Lo zelo è il profumo dell'amore. L'anima apostolica ama Dio sopra ogni cosa: dunque, ne vuole, ne cerca e ne procura la gloria.
Ed ama se stessa in primo luogo; dunque ha volontà buona di salvarsi e santificarsi.
Ed amerà il prossimo come se stessa; dunque ne vuole, ne cerca e ne procura la pace. Pace che è amicizia con Dio, carità col prossimo, coscienza buona in noi stessi.
Dice S. Tommaso (I, 2. q. 28; a. 4): «Zelus procedit ex intensitate amoris»2. Così è comune il detto: «Chi non ama non zela»; oppure: «Chi non zela non ama».