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Giacomo Alberione, SSP
Maria Regina degli Apostoli

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VOLER BENE

 

          Il secondo comandamento è simile al primo: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Prima noi stessi. E amore così connaturale, che non fu necessario farne un esplicito precetto; esso precede. L'amore al prossimo non è comandato che sia uguale; ma che si modelli sull'amore verso noi stessi. In modo che ci porti a fare quello che ragionevolmente vorremmo fosse fatto a noi; ed evitare quello che ragionevolmente non vorremmo per noi.

          S. Agostino avverte: «Essendo stati noi guadagnati da Gesù Cristo, dobbiamo guadagnargli altre anime». E, per reagire contro l'innato egoismo, diceva ancora: «Quelli che pascolano le pecorelle di Cristo, non siano amatori di sé e non le pascolino come pecorelle proprie, ma come pecorelle di Gesù».

          Amare il prossimo significa volergli bene (benevolenza); fargli del bene (beneficenza); compiacersi del bene (compiacenza); stare

 


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volentieri assieme (convivenza religiosa, familiare, sociale).

          Volergli e fargli del bene; quanto, quello, a chi, e quando è possibile.

          Del bene, non del male; come sarebbero lo scandalo, la calunnia, il furto.

          Quanto è possibile; giacché altro è un gran ricco, altro un povero operaio, un padre di famiglia; altro un gran letterato che può molto scrivere ed altro una maestrina d'asilo.

          Quello che è possibile: forse la preghiera, il servizio, l'esempio; secondo le circostanze di tempo, luogo, persona.

          A chi è possibile; al bambino il catechismo, all'infermo i Sacramenti, ai familiari l'edificazione.

          Quando è possibile: prendere le occasioni ed i momenti: per l'emigrante, il malato, l'orfanello; durante le afflizioni, nella stagione cruda, nella giovinezza.

          Il compiacersi del bene e la buona convivenza sono di somma importanza; li considereremo altrove più ampiamente.

          Dare i beni temporali è carità corporale. Qui parliamo specialmente dei beni spirituali: la istruzione, il buon esempio, la preghiera; i sacramenti, il conforto, la direzione spirituale, il perdono, i suffragi; la grazia, Gesù Cristo, la vita eterna; Dio, conosciuto nella fede, posseduto nella grazia, goduto in cielo. Ecco il «Pax hominibus bonae voluntatis». Questi sono i veri beni necessari per ogni uomo.

          Gesù venne sulla terra apostolo del Padre, a fratelli erranti «Primogenitus in multis fratribus»1. Venne ad illuminare: «Erat lux vera

 


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quae illuminat omnem hominem venientem in hunc mundum». Fu la vera luce che illumina ogni uomo che nasce. Venne ad accendere la carità: «Ignem veni mittere in terram, et quid volo nisi ut accendatur?»2. Venne a richiamare gli erranti: «Veni salvum facere quod perierat»3. Venne a darci Dio che è la vita: «Veni ut vitam habeant et abundantius habeant»4. Egli si fece conoscere amabile per farci conoscere poi il Padre: «Lac nostrum Christus humilis est; cibus noster idem ipse Christus, aequalis Patri; lacte te nutrit ut pane pascat»5 (S. Agostino).

 

 




1 “Le porte degli inferi non prevarranno” (Mt 16,18).



2 “Pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).



3 “Il sacerdote riveste la persona della Chiesa, porta le sue parole, ne assume la voce”.



4 “Sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).



5 “Cristo si è abbassato a divenire il nostro latte ed ancora lui stesso, che pure è uguale al Padre, diventa nostro cibo. Ti nutre col latte affinché giunga anche a saziarti del pane” (Omelia 3).






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