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Giacomo Alberione, SSP Maria Regina degli Apostoli IntraText CT - Lettura del testo |
DOMICILIO DELLE VIRTU’
Ammiriamo la vera laboriosità. S. Giuseppe era il fabbro del paesello. Quindi di Gesù si disse poi: «Non è costui il figlio del nostro fabbro?». Lavorava con assiduità come esige la legge naturale e divina; lavorava con spirito soprannaturale; lavorava in opere umili, contento del suo stato, con guadagno modesto. Egli rappresentava, nella Sacra Famiglia, il Padre Celeste. Dio è il più attivo; anzi, è puro atto; S. Giuseppe Lo imitava come è possibile ad un uomo. La sua mente lavorava occupandosi di cose di cielo; il suo cuore lavorava, pulsando sempre per Dio.
Gesù aiutava Giuseppe, prima; poi sosteneva la parte principale nel laboratorio artigiano; e finalmente prendeva su di Sè tutto, succedendo, nella bottega, a Giuseppe: «Nonne hic est faber?: Costui non è forse il fabbro-falegname del paese?» si domandavano poi i paesani, quando ad essi si mostrò taumaturgo e maestro. «Il Padre opera ed io opero», disse Gesù.
L'anima sua era in somma attività contemplando sempre, in visione, il Padre Celeste. Il Suo cuore in una continuità di palpiti per Dio e per gli uomini.
Maria si occupava delle faccende e delle cure domestiche secondo l'uso delle donne ebree. Il lavoro è base della santificazione; l'ozioso non si farà mai santo. Possiamo considerare Maria nel preparare il cibo, il vestito, nel rassettare le piccole cose e filare la lana; nelle premure per Gesù e Giuseppe, e nelle moderate relazioni coi parenti e conoscenti. Quanto elevati i suoi
pensieri! Quanto attivo il suo cuore! Maria conservava le parole udite al presepio e al Tempio dopo il ritrovamento di Gesù, e andava meditandole nel suo cuore.
Vita di pietà. Nota il Vangelo che Maria e Giuseppe ogni anno andavano a Gerusalemme per celebrarvi la Pasqua. Veramente la legge obbligava solo gli uomini (Es. 23, 17); le donne :si sottomettevano solo per ragione di pietà. Così è gettato uno sprazzo di luce sullo spirito religioso di Maria. Ella lo faceva di sua spontanea volontà. Maria ebbe l'ineffabile consolazione di vedere «il Fanciullo crescere in età, sapienza e grazia». Ed ella s'infiammava di amore sempre più forte verso il suo Dio fatto uomo, convivente con lei come noi troviamo sempre in chiesa Gesù-Ostia.
Ogni giorno, mattina e sera, e specialmente nelle ore destinate, secondo l'uso ebraico, alla preghiera, nella casetta di Nazareth si pregava. Al sabato andavano assieme alla Sinagoga.
Scuola di ogni virtù era quella casetta. Gesù il più obbediente e docile dei figli; Maria la più premurosa delle madri, Giuseppe l'ottimo degli sposi. Sempre attento a conoscere i voleri di Dio e sempre pronto a manifestarli ed eseguirli. Maria, la sposa sottomessa, sempre attenta ai bisogni di Giuseppe. Gesù, figlio putativo, obbediva a Giuseppe come al vero rappresentante del Padre Celeste, Giuseppe disponeva con semplicità e con amorevolezza.
Stabilire le famiglie nella pace, nello spirito cristiano, nel debito ordine.
Sposi che si amano e camminano in vicendevole fedeltà e rispetto. Genitori che comprendono
quali tesori Dio ha loro affidati nei figli, e provvedono allo spirito, all'anima, all'istruzione, al corpo. Figliuoli che venerano, obbediscono, amano, aiutano i genitori. Case che sono ricche di pace, di ordine, di onestà, di lavoro, di religiosità.