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Giacomo Alberione, SSP Maria Regina degli Apostoli IntraText CT - Lettura del testo |
AMARE LA CHIESA
Amare la Chiesa. Gesù Cristo «diede per essa il sangue e la vita, per santificarla, purificandola col lavacro di acqua mediante la parola di vita; affinché la Chiesa gli potesse comparire davanti gloriosa, senza macchia, senza grinze, senza imperfezioni; ma santa ed immacolata» (Ef. 5, 27). Pensare, adunque, come la Chiesa, seguire ed obbedire la Chiesa, pregare con la Chiesa, difendere la Chiesa, dilatare la Chiesa... Amare il Papa, i Pastori, i Ministri della Chiesa. Tutto questo ci rende figli di Dio, imitatori di Gesù Cristo, membra vive del Suo corpo mistico, eredi del cielo. Questo in generale.
Venendo però al concreto, ognuno la sua Diocesi, la sua Parrocchia, il suo Sacerdote. Vi è un movimento intenso fatto di affettuoso interesse per la Parrocchia, la Diocesi, i propri Sacerdoti: «Sacerdos personam induit Ecclesiae, verba illius gerit, vocem assumit»3.
Una buona vedova aveva educato cristianamente i figli che si erano poi sistemati molto decorosamente. Aveva assistito e servito con pietà e sacrificio il marito infermo per lungo tempo. In ultimo, all'età di sessant'anni, si era dedicata con tutte le forze alla Parrocchia. Cercare il terreno per costruirla, giorno per giorno, di porta
in porta, raccogliere offerte anche minime, organizzare iniziative di beneficenza; insegnare catechismo, canti sacri, preghiere... La chiesa fu costruita, le organizzazioni cattoliche fiorirono, la vita parrocchiale e la trasformazione morale di tutta la Parrocchia, compresi gli uomini, apparvero così evidenti innanzi a tutti, che il popolo diede un nome strano, ma significativo, a quella vedova: «La Madre della Parrocchia».
Essere buon parrocchiano, vivere con la Parrocchia. Essere un buon Diocesano; vivere con la Diocesi; per essere un fedele figlio della Chiesa e vivere la vita della Chiesa. Ecco come si appartiene a Cristo nel tempo e nell'eternità.
Nella Parrocchia vi sono le funzioni, si amministrano i Sacramenti, si predica la divina parola. Tu sii assiduo, comportati esemplarmente, asseconda gl'inviti del tuo Parroco.
Agli uomini e ai giovanotti, spetta il primo posto attorno al pulpito, alla balaustra, nella cantoria. Servire a Dio è onorifica e grande cosa: degna in primo luogo degli uomini. Nella Parrocchia vi sono opere caritative, associazioni cattoliche, confraternite: il buon parrocchiano vi prende parte secondo le sue possibilità ed il suo stato; ne parla in bene, le zela.
Nella Parrocchia vi sono i catechismi, vi saranno forse iniziative sociali e politico-cristiane; forse scuole, cinema, opere di beneficenza. Il buon parrocchiano vi contribuisce, vi prende parte: con l'obolo, con le opere, con la preghiera.
In ogni parrocchia si può vivere da buoni cristiani, o vivere male, salvarsi o perdersi. La zizzania cresce sempre col buon grano: sii tu
il grano eletto per il gran giorno in cui esso verrà raccolto nel granaio eterno; mentre verrà bruciata la zizzania.
Nella tua Parrocchia sii un vero apostolo umile, pio, perseverante.
Non si dica: Io sono cattolico: ma non sono clericale.
Non si dica: Io sono religioso, ma non pratico: la via è unica.
Non si dica: Io sono galantuomo, sebbene non preghi e non mi confessi: i primi nostri doveri riguardano Dio.
Non si dica: Preti sì, ma il mio Prete no.
Vivi con il tuo Prete, con la tua Parrocchia, con la tua Diocesi, con il Papa che oggi governa la Chiesa.
A chi ha buona volontà, tutto coopera in bene; a chi non ha buona volontà, la luce diviene tenebre, la croce stoltezza, i Sacramenti cose insipide. Molta pace invece a chi cerca Dio con cuore retto, con fede sincera, con coscienza pura.