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Giacomo Alberione, SSP
Maria Regina degli Apostoli

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L'OPERA DI MARIA

 

          1) Ella ha dato alla luce Gesù Cristo: in Lui vi è ogni verità. Ella è la Madre della verità; poiché Gesù Cristo è la Verità: «Io sono la Verità». L'eresia è errore. La luce sconfigge le tenebre. Maria, portando la luce, allontana ogni tenebra.

 

          2) Maria è Immacolata, cioè gode del privilegio unico: esenzione dalla colpa originale. E' Madre di Dio; abbiamo per mezzo di lei l'unione della natura umana con la natura divina in unità di persona. Maria è Vergine: ecco il prodigio che apre la serie dei prodigi che provano la divinità di Cristo e la verità della Sua dottrina. Maria è assunta al Cielo; primizia della umanità divinizzata in Cristo; distributrice dei doni celesti, per la Comunione dei Santi. I dogmi principali, quindi, sono da Maria, in Maria, con Maria, per Maria. Guardando Maria si leggono, si amano, si abbracciano, si credono. Ella è un grande libro; contenne e contiene il Vangelo che propone a tutti, come presentò ai Pastori e ai Magi Gesù.

 


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          E' un modo ineffabile: molto più perfetto di quello che esprimeva S. Paolo dicendo dei suoi figliuoli: «Voi siete la nostra epistola».

          S. Gregorio Nazianzeno chiama Maria la «Presidente della fede».

          S. Cirillo Alessandrino: «Scettro della fede ortodossa».

          S. Andrea Cretense: «Baluardo della fede cristiana».

          S. Sofronio: «Sterminatrice della eretica perversità».

          Maria, fatta Regina degli Apostoli, li accese di zelo per la propagazione del Vangelo e della Verità.

          Successivamente ella assistette i difensori della Dottrina cristiana, come nota Leone XIII parlando di S. Domenico.

          Maria suscitò e formò, secondo il bisogno dei tempi, uomini di alta dottrina, di grande santità che illustrarono e difesero il dogma cristiano dai vari assalti.

          S. Atanasio fu detto il martello dell'Arianesimo; S. Leone il martello dell'Eutichianesimo; S. Agostino il martello dei Pelagiani; S. Ignazio, con l'Ordine dei Gesuiti, il martello del - Protestantesimo; Pio X il martello del Modernismo. Questi campioni della verità cattolica hanno pregato Maria, sono stati capitanati da Maria, hanno vinto con Maria.

          L'infelice Patriarca di Costantinopoli negava ostinatamente la divina Maternità di Maria: insegnava cioè che in Gesù Cristo vi sono due nature e due persone, la persona umana e la persona divina; che Maria, quindi, era Madre della persona umana, e non Madre di Dio. Egli

 


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calpestava il privilegio, che è fondamento di tutti i privilegi di Maria.

          L'errore era formidabile e la propaganda intensa. I Vescovi si allarmarono: e la Madonna, sull'altra sponda del Mediterraneo si era preparato il suo apostolo S. Cirillo, Patriarca di Alessandria, successore di S. Atanasio; ed egli sorge in nome del Papa e della Chiesa a ribattere il disgraziato Nestorio, vituperio della cattedra di S. Giovanni Crisostomo.

          S. Cirillo difese la verità cattolica: che Cioè in Cristo vi è una sola persona, e Maria è Veramente la Madre di Dio. Egli scrisse contro Nestorio un'opera poderosa: «Gli anatematismi». Da questi si sono estratte le bellissime lezioni che leggiamo nell'ufficio della Regina degli Apostoli, in cui S. Cirillo chiama Maria, «lo scudo della fede ortodossa».

          Il superbo e cocciuto eretico non piegò e nell'anno 431, fu convocato il secondo Concilio Ecumenico ad Efeso, la città che aveva ospitato la Vergine Madre di Dio e Giovanni il Teologo Papa Celestino delegò S. Cirillo a presiederlo in suo nome. E il Concilio definì il dogma di fede cattolica che «la SS. Vergine è chiamata ed è veramente Madre di Dio».

          A tarda ora si aprirono le porte della sacra assemblea e fu annunziata alla folla che si accalcava tumultuante, la condanna di Nestorio e la definizione della cattolica verità: fu allora cantata l'Antifona: «Salve, o Vergine perpetua, tu sola hai sempre infranto nel mondo intero tutte le eresie»; e un'ovazione altissima, interminabile, indescrivibile di gioia pervase la città; e «il popolo di Efeso, che era compreso da tanta

 


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devozione e ardeva di tanto amore per la Vergine Madre di Dio, acclamò i Padri con lieta effusione di animo, e, provvedutosi di fiaccole accese, a folla compatta, li accompagnò fino alla loro dimora», ha scritto il Papa Pio XI.

          L'eresia era vinta e la corona della Divina Maternità rifulse più splendida, più amabile e più terribile sul capo di Maria Vergine.

          Il Concilio aggiunse alla Salutazione angelica la seconda parte: «Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte».

          Nestorio fu esiliato e terminò i suoi giorni con la lingua rosa dai vermi, Cirillo, per l'onore della Madonna sostenne il carcere a causa delle false accuse di Nestorio, ma il mondo cristiano fu salvo e per sempre.

          Nel 1931 tutta la Chiesa ricordò il 15° centenario del glorioso avvenimento: a Roma fu celebrato un Congresso mariano, e il Papa Pio XI pubblicò la celeberrima Enciclica «Lux veritatis»3.

          Nel Breviario leggiamo: Leone Isaurico, Imperatore di Costantinopoli, aveva intrapreso una forte lotta contro il culto delle immagini; le disprezzava, le distruggeva, accusava di idolatria i cattolici che le veneravano. S. Giovanni Damasceno si oppose con la parola e con lo scritto; esprimendo le ragioni della Chiesa. L'imperatore fece troncare al Santo la mano destra. Ma la Vergine intervenne operando il prodigio di restituirgli la mano sana come prima. S. Giovanni, con raddoppiato fervore, scrisse a favore della Dottrina cattolica.

          S. Giovanni Damasceno meritò il titolo di

 


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dottore della Chiesa; mettendo la base di quella esposizione chiara ed ordinata dei nostri dogmi, come l'abbiamo in S. Tommaso d'Aquino: «Somma Teologica».

          Nel secolo decimo secondo, la Madre di Dio preparò per la Chiesa un altro grande maestro e dottore: S. Alberto Magno.

          Questi per ispirazione di Maria era entrato nell'Ordine Domenicano; ma poi, vedendo che non riusciva negli studi, aveva deciso di abbandonar tutto. Ma la SS. Vergine lo incoraggiò promettendogli la Sua assistenza e buon risultato. Infatti fece grande progresso in poco tempo. Fu una stella di primo splendore per scienza e santità, tanto da essere chiamato il «Dottore universale». Fu uno dei più grandi teologi ed ebbe per scolaro S. Tommaso d'Aquino il «Dottore angelico».

          In tempi a noi vicini troviamo il più insigne «dottore moralista»: S. Alfonso de' Liguori. Divotissimo della Madre di Dio, scrisse il celebre libro «Le glorie di Maria»; libro conosciuto ovunque, essendo stato tradotto in tutte le lingue più note. La teologia morale fu messa su buone basi, trattata organicamente, difesa dagli assalti del demonio.

 

 




3 “Luce della verità”.






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