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Giacomo Alberione, SSP
Maria Regina degli Apostoli

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LA DONNA APOSTOLA

 

          «Mio Dio, poiché non sono destinata ad essere Vostra sposa, abbraccerò lo stato coniugale per compiervi la Vostra santissima volontà! Datemi allora, Ve ne prego, molti figli e che Vi siano tutti consacrati!». Così pregava la madre di S. Teresa del Bambino Gesù. Nove fiori sbocciarono dalla sua unione coniugale: quattro volarono presto al cielo, fra gli Angeli. Gli altri cinque fiorirono parte nelle aiuole profumate del Carmelo e parte in quelle della Visitazione. Fra tutti il più bel fiore fu S. Teresa.

          La donna ha una grande missione in famiglia. Questo è il suo primo e proprio campo. Diceva Pio XI alle Donne di Azione Cattolica il 17-9-22: «Il vostro particolare proposito è la difesa della famiglia in tutte le contingenze in cui vi sia minaccia di offesa; difesa religiosa, morale, culturale, economica, e qualunque altra si possa aggiungere. Difesa che non vuole limitarsi ad

 


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impedire il male, ma vuole più di tutto fomentare e moltiplicare il bene. E' veramente degna dell'opera vostra la famiglia, che è radice prima della società; garanzia come pericolo di tutto il bene o di tutto il male che può incombere ad un popolo; sacrario di tutte le virtù religiose e cittadine; private, pubbliche e politiche».

          Nella famiglia la donna può, spiritualmente, più che l'uomo.

          Può essere apostola come figlia, come sposa, come madre.

 

          Come figlia. – La condizione d'una figlia sembra soltanto quella dell'umile obbedienza; per nulla quella dello zelo. La prima, in generale, predomina. Ma lo zelo è pur sempre possibile, in qualche misura, almeno; e spesso più efficace perché più umile. Verso i fratelli, i genitori, la servitù, gli estranei.

          Verso i fratelli. – Vi furono molte giovinette che si sostituirono ai genitori defunti od inabili per crescere fisicamente e moralmente bene i fratelli, sacrificando per essi tutto; ottenendo risultati ammirabili. Altre associarono l'opera loro a quella dei genitori; ottennero molto con l'esempio, le parole buone, i modi insinuanti. Una di tali giovani era chiamata l'angelo della pace, quasi venerata e sempre amata dai fratelli che aveva conquistati a poco a poco con la generosa dedizione.

          Verso i genitori. – Non è maestra, ma figlia sottomessa verso di essi. La preghiera, l'esempio di vita ritirata, laboriosa, pia; la pazienza serena, consolano, edificano, elevano moralmente. Forse avrà soltanto la consolazione di vederli


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morire riconciliati con Dio. Ma questo è tale guadagno che non sono inutili i molti gemiti e i molti sacrifici.

          Verso la servitù e i vicini. – Lo spirito cristiano si dimostra nel rispetto, nell'amore e nelle premure caritatevoli per le persone dipendenti, i vicini, le persone che trattano con noi in molte circostanze. E tutti questi doveri ben compiuti fanno sempre stimare ed amare la religione e le persone religiose; consolano nelle alterne vicende della vita, sollevano a pensieri di cielo. In casa, in società, nell'ufficio, la buona giovane semina un profumo che desta ammirazione e guadagna quanto più questo è sincero e naturale.

          Come sposa. – Fu scritto: «Gli uomini fanno le leggi, le donne i costumi». L'uomo dà alla donna il pane; la donna dà all’uomo la fede e la gioia. Eva trascinò Adamo nella colpa; S. Cecilia convertì lo sposo Valeriano, meritando da Papa Urbano il titolo di ape operosa; l'uomo infedele venne santificato dalla moglie fedele. La strada è unica, dopo la preghiera: Guadagnare con la vera bontà il cuore del marito. L'uomo non si lascia dominare dal denaro, dall'ingegno, dalle pretese: ma diviene un docile fanciullo preso per la via del cuore. La bontà è fatta di virtù, di rinuncie, di gentilezze, di pazienza, di premure che manifestano l'interno, vero affetto del cuore.

          Riuscirà ad allontanarlo dal male? Lo porterà sulla via retta? Molte donne vi sono riuscite; molte riescono quotidianamente. E quante volte la donna ottenne che il marito cooperasse

 


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più efficacemente all'educazione dei figli! E quando questi sentono sopra di sè due forze collegate: quella della bontà materna e quella dell'autorità paterna, assai più facilmente camminano per la via retta.

 

          Come madre.- La madre ha sempre un'influenza decisiva nella formazione dei figli. Ella trasfonde il suo sangue, i suoi sentimenti, la sua fede, la sua pietà, la sua vita. E' vero che il suo lavoro incontra tante difficoltà, ma è pur vero che l'uomo si forma sulle ginocchia della madre. L'istruzione, il cuore, la correzione, la vigilanza, la guida, il buon esempio, la preghiera... sono i mezzi potenti di cui la donna dispone. De Maistre scrisse: «Quando una madre ha fatto sulla fronte del figlio il segno della croce, potrà il vizio cancellarlo per un istante, ma non distruggerlo».

          Bianca, madre di S. Luigi, re di Francia, diceva al figlio: «Preferisco vederti morto prima di sapere che tu abbia commesso un peccato mortale».

          Il più alto ideale, il più gran merito, l'apostolato più largo per una donna, figlia, sposa o madre, si è di contribuire a dare al Signore Sacerdoti, Suore, Missionari, Apostoli.

 

 




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