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Giacomo Alberione, SSP Maria Regina degli Apostoli IntraText CT - Lettura del testo |
LO SPIRITO SANTO IN NOI
S. Giuseppe Cafasso scrive: «Maria, in Paradiso, fa la figura di una Madre di famiglia. Datemi una madre energica e ben attenta alla sua casa: lei sola tiene l’occhio a tutto; sia pur numerosa la famiglia, ella pensa a tutti; provvede tutti del necessario; e non aspetta nemmeno che qualcuno dei figli lo chieda, vi pensa lei: anzi, prima ancora che una cosa divenga necessaria, già la prepara perché sia pronta nel momento opportuno. Non è vero che una buona madre fa così? E così appunto fa Maria. Noi tutti formiamo una gran famiglia di cui Dio è il Capo, il Padre; la Madre, poi, di questa gran famiglia, è la Madonna santissima. Dio ha depositato nelle sue mani tutte quante le grazie;
ed ella, come buona Madre, è sempre attenta a tutti i bisogni nostri. Va distribuendo a chi una grazia, a chi un'altra, secondo il bisogno di ciascuno in particolare: ed alle volte senza che noi vi pensiamo, senza che la domandiamo» La intercessione di Maria non è una preghiera nel nostro senso ordinario; ma è piuttosto l'espressione della sua volontà.
Lo Spirito Santo comunica la Sua vita soprannaturale nel Battesimo: «Se non rinascete per l'acqua e lo Spirito Santo...»; poiché «è necessario nascere una seconda volta...».
Gran cosa dar la vita; ma più grande ancora comunicare i poteri, lo zelo, le fiamme dell'apostolato. Questa fiamma si comunica in grado, in misura diversa, in tempi diversi al Sacerdote ed al cattolico.
Al Sacerdote nell'Ordinazione; al cristiano nella Cresima. Il Sacerdote nell'Ordinazione riceve il potere di consacrare, assolvere dai peccati e compiere altri Sacramenti. «Accipite Spiritum Sanctum: quorum remiseritis peccata, remittuntur eis...»5.
Il Cristiano, nella Cresima, riceve lo Spirito Santo per diventare un soldato valoroso per le buone battaglie, un uomo d'azione che non solo crede, ma difende e propaga la sua fede.
Lo Spirito Santo è l'Amore sostanziale del Padre e del Figlio; è il Santificatore del Cristo; è la luce, la Gioia, la Forza, l'Anima della Chiesa e di ogni anima. In modo visibile si mostrò sotto forma di colomba e di fuoco; in modo invisibile discende in ogni anima in grazia. «Siete mondati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, e
mediante lo Spirito Santo» (I Cor. 12, 11). E senza di esso non vi è nè vita nè merito: «Nessuno può dire Signore Gesù se non nello Spirito Santo» (I Cor. 12, 3).
Il Sacramento della Cresima è il Sacramento dello zelo, dell'ardore per la gloria di Dio e per la salute delle anime, delle attività dell'apostolato.
Nelle Messe ben sentite, nelle Confessioni, nelle Comunioni, sempre preghiamo Gesù ad accrescere le effusioni dello Spirito Santo; cresce in proporzione lo zelo apostolico.
La cooperazione dei cattolici laici alla gerarchia della Chiesa è ben delineata da Pio XI in molti documenti, che sono sintetizzati nella lettera di Pio XII al Card. Piazza (11-10-1946) su l'Azione Cattolica. Il Papa approva i nuovi Statuti e di nuovo inculca principi ed attività:
«Così che compiendo questo Nostro Atto, Ci conforta il pensiero di poter degnamente riconoscere i lunghi e faticosi sforzi di questi Cattolici che, di non altro armati all'infuori di un saldo amore a Cristo e alla Sua Chiesa, diedero in questi ultimi tempi valido contributo alla milizia del nome cristiano, e di coronare in tal guisa la diuturna e sapiente opera dei Nostri Predecessori, che all'Azione Cattolica rivolsero sempre paterna sollecitudine e fecero di essa forte e fedele strumento per la difesa della Chiesa e la diffusione dei Suoi insegnamenti. Ci arride altresì la speranza che così facendo, Noi apriamo all'Azione Cattolica, nell'osservanza delle disposizioni concordatarie che la riguardano, un nuovo periodo di feconda operosità: chiamati i Vescovi a condividere con Noi il
governo di queste crescenti schiere di fedeli desiderosi di perfezionamento spirituale e di attività sociale; nuovamente affidate a dirigenti laici, opportunamente scelti, proprie e responsabili funzioni esecutive; impegnato il Clero ad autorevole e ben distribuita missione d'assistenza spirituale e morale; perfezionati gli organi direttivi dei vari gradi dell'intera organizzazione; aperta la possibilità di espansione con la creazione di nuove opere e l'adesione di nuove istituzioni; affermata legittima l'esistenza di altre differenti associazioni cattoliche e promossa fra tutte una solidale fraterna collaborazione, Noi confidiamo che siano stabiliti quell'equilibrio e quella vitalità che devono essere propri di movimenti nati dalla carità di Cristo e agenti nella Sua Chiesa, e che ancor oggi ne dimostrano la perenne fecondità.
«Ma più che alla lettera di norme statutarie, complesse e delicate, si volge ora la Nostra attenzione al significato che assume la sanzione pontificia data a tali norme, al nuovo riconoscimento e all'incoraggiamento, cioè, della collaborazione dei laici all'apostolato gerarchico, e con ciò al monito e all'invito che si rivolge a tutti i buoni cattolici, veramente coscienti dei bisogni dei tempi, di dare alla professione della loro fede uno spirito operante e militante. Veda perciò il Clero nell'Azione Cattolica affermato il bisogno, reso impellente dalle condizioni della vita moderna e dalla scarsezza dei Sacerdoti, di crearsi fra i laici collaboratori generosi, ed offerto il metodo ben provato per procedere alla loro formazione e alla loro organizzazione; e vedano i laici nell'Azione Cattolica uno stimolo
a servire la Chiesa liberamente, ma con disciplina, e un'alta considerazione dell'opera che ogni semplice fedele può rendere alla causa di Cristo. E vorremmo altresì che il popolo intero avesse a ravvisare nell'Azione Cattolica non già una chiusa cerchia di persone iniziate ad esclusivi ideali, ovvero uno strumento di sterile lotta o di ambiziosa conquista, ma piuttosto un'amica schiera di cittadini che hanno fatto propria la materna intenzione della Chiesa di tutti redimere e di garantire alla società l'insostituibile ed indispensabile fermento della vera civiltà».
I pastori furono i primi membri di azione cattolica: cooperarono col Capo della Chiesa, Gesù Cristo. Udito dall'Angelo il grande annunzio della nascita del Salvatore, si recarono a Betlemme e adorarono il Bambino presentato da Maria. Intanto riferirono a Maria ed a Giuseppe il canto celeste «Gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà», e come avevano avuta la notizia della nascita del Messia. Tanto è vero che subito l'Evangelista conchiude: «Maria riteneva tutte queste parole e le meditava nel suo cuore» Ella fu istruita e meglio illuminata da essi sopra la missione del Figlio suo e sulla parte che spettava a lei come Corredentrice. Condivideva la gioia di quella gente semplice e nel suo cuore ripeteva il suo Magnificat. I pastori poi ritornati ai loro greggi e alle loro famiglie, a tutti raccontavano le meraviglie di quella notte; e come avevano trovato il Bambino e la Madre sua Furono come i primi predicatori del Bambino e della SS. Vergine.
Dio elegge gli umili: pastori, pescatori, anime semplici per le Sue meraviglie.
Fare bene la Novena di Pentecoste: con Maria ed in Maria.
«Vieni, o Santo Spirito, e manda dal cielo un raggio della Tua luce.
Vieni, o Padre dei poveri, vieni, Datore di ogni grazia; vieni, o Luce dei cuori.
O Consolatore ottimo, dolce Ospite dell'anima, dolce Refrigerio.
Tu, riposo nella fatica, refrigerio nell'ardore, consolazione nel pianto.
O Luce beatissima, inonda l'intimo dei cuori dei Tuoi fedeli.
Senza il Tuo aiuto potente non v'è nulla nell'uomo, nulla di innocuo.
Lava ciò che è sordido irriga ciò che è arido sana ciò che è ferito.
Piega ciò che è rigido, riscalda ciò che è freddo, riconduci ciò che devia.
Dà ai Tuoi fedeli, che in Te confidano, i Tuoi sette doni.
Danne della virtù i meriti, una santa fine e il gaudio eterno.
Così sia. Alleluia».
La Chiesa prega nella festa della «Regina Apostolorum»: «Signore, che avete mandato lo Spirito Santo sugli Apostoli, raccolti in preghiera insieme a Maria Madre di Gesù: concedete, per la intercessione di questa nostra Madre e Regina, di servire fedelmente alla Vostra Maestà infinita e diffondere, con la parola e lo esempio, la gloria del Vostro santo Nome».