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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Il bello nella forma

Il bello è lo splendore del vero, l’esigenza del buono, l’oggetto del sentimento estetico e del nostro cuore, che alla bellezza piega e nella bellezza gode, in preparazione al godimento della suprema e sostanziale bellezza, Dio.

È necessario perciò che il vero e il bene siano presentati in forma attraente, elegante, capace


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di impressionare e comunicare aspirazioni nobili ed elevate.

Al riguardo gli scritti dell’apostolo devono attendere a:

1. combattere le teorie e le opere di coloro che considerano il bello indipendentemente dal vero e dal buono. Le stampe empie ed immorali che sono presentate con lingua fiorita e stile elegante, sono molto più dannose perché attirano ed ammagliano;

2. presentare ai lettori il vero e il bene con una forma artistica perché vengano fruttuosamente accettati.

E si darà onore a Gesù nostra Vita, per la nuova forza che comunica la bellezza dello scritto.

Se il bello nella forma è sempre conveniente in tutti gli scritti, tanto più lo è quando questi riportano e commentano la stessa parola di Dio. Difatti, come il Verbo divino s’incarnò nel purissimo seno della più santa delle Vergini e come l’Eucaristia è conservata in pissidi di metallo prezioso, così è conveniente che la parola di Dio sia rivestita della forma più nobile.

Concludendo: gli scritti dell’apostolo se, sotto la guida della Chiesa, assecondano la natura umana col presentare il vero nella dottrina, il bene nella morale, il bello nella forma, possiedono


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la condizione naturale per essere bene accolti.

Se a queste doti aggiungono ciò che è veramente edificante, la grazia di Dio, saranno infallibilmente fruttuosi poiché è sempre vero quel che afferma l’Apostolo delle genti: «Ego plantavi, Apollo rigavit; sed Deus incrementum dedit».2

E la grazia di Dio non mancherà se l’apostolo avrà fatto precedere la dovuta preparazione intellettuale, morale, spirituale; se scriverà in grazia di Dio, anzi col cuore acceso di carità verso Dio e verso le anime, suggellando l’opera sua con la preghiera e col sacrificio.

 




2  1Cor 3,6. * «Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere».




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