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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo
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II. – Principi per meditazione continuata.

 

            «Desolatione desolata est omnis terra; quia nullus est qui recogitet corde»19. I principi generali sono i Novissimi: morte, giudizio, inferno paradiso.

            A chi fa impressione la morte: «statutum est hominibus semel mori»20; questo pensiero è la molla che lo fa scattare e gli infonde coraggio e zelo in tutto e sempre.

            A chi fa impressione il giudizio: «Qui autem iudicat me Dominus est»21; rivolge l’insistente domanda, a se stesso: Se il Signore dovesse giudicarmi, domani o stassera, sarei pronto a presentarmi a Lui? «Mihi autem pro minimo est ut a vobis judicer, aut ab humano die»22; per me è niente il giudizio degli uomini; chi mi giudica è il Signore. È il Signore che voglio



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compiacere; è il giudizio di Dio che voglio temere ed avere favorevole.

            Ad altri è invece movente il timore dell'inferno. S. Agostino pregava con insistenza: «Domine, hic ure, hic seca, hic non parcas, ut in aeternum parcas»a.

            Altri è spronato dal senso del dovere: tutti i miei doveri! Lo scandalo è grave: «Impossibile est ut non veniant scandala: vae autem illi, per quem veniunt. Utilius est illi si lapis molaris imponatur circa collum eius, et proiciatur in mare quam ut scandalizet»23; ed io sono sempre di buon esempio, spando intorno a me il «Christi bonus odor»?24.

            Paradiso, Paradiso! esclamava invece S. Giuseppe Cottolengo. E quando le gambe inferme non volevano più prestargli servizio nel correre presso i tanti infermi, egli diceva: Lo so, che siete pigre, ma presto! abbiate ancora un po' di pazienza; si tratta del paradiso.

            E così pure s'incoraggiava il B. Cafasso: Lavoriamo, lavoriamo; riposeremo in paradiso. S. Ignazio insisteva presso Francesco Saverio, giovane di tante doti: «Quid enim prodest homini, si mundum universum lucretur, animae vero suae detrimentum patiatur?»25.



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San Paolo era così forte in questi principi, che esclamava: «Non sunt condignae passiones huius temporis ad futuram gloriam, quae revelabitur in nobis»26. «Id enim, quod in praesenti est momentaneum et leve tribulationis nostrae supra modum in sublimitate aeternum gloriae pondus operatur in nobis»27. Altri Santi: Poco è il soffrire, molto il godere; breve il faticare, eterno il riposo! Oppure: «Memorare novissima tua et in aeternum non peccabis»28. Occhio a Dio! Occhio al fine: «In omnibus respice finem»b.

            Vi sono anime che si sostengono col pensiero della Madonna; per la Madonna sono pronti a qualunque sacrificio. Così era San Bernardo: Il pensiero della Madonna gli era così abituale, l'affetto a Maria era così radicato, che nulla lo arrestava quando si trattava di compiacere la S. Madonna.

            Il B. Grignon di Monfort è il maestro d'una schiera di divoti alla Madonna, di anime che pensano, sentono, parlano, operano, tutto fanno «per ipsam, in ipsa et cum ipsa»c.

            Altri si sostengono con altre verità: Gesù Crocifisso; oppure: Gesù via, verità e vita;



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oppure l'esempio di Gesù: «exemplum enim dedi vobis ut quemadmodum ego feci ita et vos faciatis»29.

            La vita è mezzo per la gloria. Gesù Cristo «proposito sibi gaudio sustinuit crucem»30; essendosi proposto di arrivare alla gloria, prese sulle spalle la croce.

            Altri principi direttivi: «Si vis perfectus esse, vade, vende quae habes, et da pauperibus, et habebis thesaurum in coelo et veni, sequere me»31.

            «Una goccia di piacere (il peccato mortale) merita un mare di fuoco».

            «Deus meus et omnia»d (S. Francesco d'Assisi).

            «Aut pati aut mori»e (S. Teresa d'Avila).

            «Breve è il patire, eterno il godere».

            «Pati et contemni pro te»f (S. Giovanni della Croce).

            «Christus non sibi placuit»32.

            «Quid nunc et quomodo Jesus?»g (S. Giovanni Berchmans).

            «Ad quid venisti?»h (S. Bernardo).

            «Che cosa sarò contento d'aver fatto in punto di morte?».

            «Voglio passare la giornata presente come se fosse l'ultima di mia vita».

 



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            «Nisi conversi fueritis et efficiamini sicut parvuli non intrabitis in regnum coelorum»33.

            «Vanitas vanitatum et omnia vanitas, praeter amare Deum et illi soli servire»34.

            «Homo aeternitatis sum»i.

            «Sapientia enim huius mundi, stultitia est apud Deum»35.

            «Attingens a fine usque ad finem fortiter suaviterque omnia disponens»36.

            «Confidite, ego vici mundum»37.

            «Ego sum via et veritas et vita»38.

            «Oratio, cum sit una, omnia potest»l (Cassiano).

            I principii sono tanti: ma quello che più importa si è di averli così meditati che siano entrati in tutte le potenze dell'anima, dello spirito, del cuore. Occorre che prompte, faciliter, delectabiliterm siano ricevuti e vissuti.

 

           




19 Jer. XII, 11. “È devastato tutto il paese, e nessuno se ne dà pensiero”.

20 Hebr. IX, 27. “È stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta”.

21 I Cor. IV, 4. “Il mio giudice è il Signore”.

22 I Cor. IV, 3. “A me però poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano”.

aSignore, qui brucia, qui taglia, qui non aver compassione, purché tu abbia compassione in eterno”.

23 Luc. XVII, 1-2. “È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli”.

24 II Cor. II, 15. “Il buon profumo di Cristo”.

25 Matth. XVI, 26. “Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?”.

26 Rom. VIII, 18. “Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi”.

27 II Cor. IV, 17. “Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria”.

28 Eccli. VII, 40. “Ricordati della tua fine e non cadrai mai nel peccato” (Sir 7,36).

bIn ogni cosa, considera il fine”.

cAttraverso di lei, in lei e con lei”.

29 Jo. XIII, 15. “Infatti vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi”.

30 Hebr. XII, 2. “Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce”.

31 Matth. XIX, 21. “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”.

d “Dio mio e tutto”.

e “O soffrire o morire”.

f “Soffrire ed essere disprezzato per te”.

32 Rom. XV, 3. “Cristo non volle piacere a se stesso”.

g “Che cosa e in che modo (farebbe) ora Gesù?”.

h “Per che cosa sei venuto?”.

33 Matth. XVIII, 3. “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.

34 De Im. Chr. I, 3. “Vanità delle vanità, tutto è vanità» [Qo 1,2], fuorché amare Dio e servire lui solo”.

i “Sono un uomo dell'eternità”.

35 I Cor. III, 19. “Infatti la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio”.

36 Vesperale. “Essa si estende da un confine all’altro con forza, e governa con bontà eccellente ogni cosa” (Sap 8,1).

37 Jo. XVI, 33. “Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo”.

38 Jo. XIV, 6. “Io sono la via e la verità e la vita”.

l “La preghiera, pur essendo unica, può tutto”.

m “Con prontezza, con facilità e piacevolmente”.




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