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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. Somma è la dignità del Sacerdote.

       [19]  2. Somma è la dignità del Sacerdote. - Lo pseudo Dionigi Areopagita scrive: «Chi dice Sacerdote, dice uomo venerabile, quasi divino» (De ecclesiastica hierarchia, 1, 3. - MG 3, 374). Ed Innocenzo III: Il Sacerdote «è posto tra Dio e l’uomo; al di qua di Dio, ma al di là dell’uomo; è inferiore a Dio, ma è superiore all’uomo» (Sermones de diversis. Sermo 2. - ML 217 658 A). È dunque il Sacerdote quasi un terzo termine, più vicino però a Dio, perché legato di Dio, e perché tutto riceve da Dio, secondo quel detto di Paolo a Timoteo: «Ma tu, o uomo di Dio...» (1Tm 6,11). Il legato ha maggior relazione con il mandante che non con colui presso il quale è mandato. S. Ignazio martire dice: «Alla cima di tutto sta il sacerdozio» 1 (cf Ad Phil. 9,1). Nello stesso modo si esprimono S. Ambrogio e S. Giovanni Crisostomo parlando del sacerdozio: Il sacerdozio è superiore a tutte le dignità, a tutti i poteri ed a

 

 



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tutti i diritti, a causa della sua relazione con il corpo reale e con il corpo mistico di Cristo.

 

       [20]  Per la pratica, è necessario che prima di tutto siamo persuasi di questa dignità, secondo la raccomandazione di S. Ambrogio: «Occorre dapprima che noi riconosciamo la dignità sacerdotale, e poi che viviamo in modo ad essa conforme» ( De dign. Sacer., l). Delle cose vili nessuno ha cura; delle cose piccole ognuno ha poca cura. S. Paolo si chiama apostolo, dottore delle genti, segregato per il vangelo di Cristo; queste sono le vere cose di cui dobbiamo gloriarci, e non delle onorificenze civili, delle ricchezze, della forza, della scienza, della bellezza fisica. Come pensare di un Sacerdote che prostituisca questa sua eccelsa dignità nel giuoco, ai pubblici spettacoli, con parole, con azioni ed in aspirazioni dei secolari? Vivi, o Sacerdote, in Cristo.

 

       [21]  In secondo luogo tale dignità sia onorata. I Sacerdoti sono quasi trapiantati in cielo, dice il Crisostomo (cf De sacerdotio, 1. 3, c. 2 e 3). Ne conseguono due regole pratiche, che giova ricordare con le stesse parole di S. Ambrogio: «Iddio non vuole nel Sacerdote nulla di plebeo, nulla di sciatto, nulla di comune con i desideri, le azioni ed i costumi della rozza moltitudine» ( Lib. 1 Ep., 6 ad Iren.). Come puoi preferire i discorsi vani, al catechismo? La conversazione con gli amici, all’eucaristia? Le bicchierate ed i pranzi, alle delizie del Sangue di Cristo? S. Ambrogio aggiunge: «Dimostriamo quello che noi siamo più con la condotta che con il nome» ( De dign. Sacer., 1).

       O Sacerdote, nei pensieri, nelle parole, nei desideri e nelle azioni, di notte e di giorno, sii un altro Cristo. In pubblico ed in privato, domandati: che cosa ora farebbe, e come lo farebbe Cristo? L’ornamento del Sacerdote è una vita integra, pia, operosa; insigne per carità, pazienza ed umiltà.


 




1 Citazione a senso.




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