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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. Il Sacerdote regnerà con Cristo in cielo.

       [22]  3. Il Sacerdote regnerà con Cristo in cielo. - Il Sacerdote che condivide con Cristo fatiche e dolori, sarà pure compartecipe con lui della gloria e del trionfo. Molto appropriate sono quelle parole del Maestro divino: «In verità, in verità vi dico: voi piangerete e gemerete e il mondo godrà; voi sarete nell’afflizione, ma la vostra tristezza sarà mutata in letizia... E ne gioirà il vostro cuore, e nessuno vi potrà più togliere la vostra gioia... (Gv 16,20.22). Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; ed io preparo per voi un regno come il Padre mio ha preparato un regno per me, affinché voi mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno e vi sediate sopra dei troni per giudicare le dodici tribù d’Israele... (Lc 22,28-30). Io vado a preparare un posto per voi (Gv 14,2). Padre, io voglio che là dove sono io, sian pure con me quelli che mi affidasti» (Gv 17, 24). Rallegrati, o Sacerdote: riceverai il cento per uno, possederai la vita eterna; il paradiso sarà tuo.

       Faticosa è la vita del buon Sacerdote, perché di continuo il mondo ed il demonio ne ostacolano l’azione. Dice a proposito S. Agostino: «Non vi è niente di più difficile, niente di più faticoso... dell’ufficio di Sacerdote, ma non vi è nulla di più beato presso Dio» ( Epist., 148, ad Valer.). Difatti, da un lato Dio è con noi, e dall’altro «le sofferenze del tempo presente non hanno alcuna proporzione con la gloria, che si dovrà manifestare in noi» (Rm 8,18).

       Gli apostoli ed i martiri, i confessori ed i vergini, la beata Vergine e tutti i santi ci attendono in cielo. «I giusti mi aspettano pel momento in cui mi darai la ricompensa» (Sl 141,8 Vg). Consideriamo anche le parole di S. Cipriano: «Là ci attende la moltitudine delle persone care: parenti e fratelli... tutti ci aspettano» (De mortalitate, 26). Giungere alla loro presenza e ricevere il loro amplesso è grande letizia per noi e per loro! Ricorda spesso, o buon pastore di anime, questa tua vocazione; sederai un giorno, dopo aver riportato vittoria sul mondo, sul demonio e sulle passioni, in cielo, tra le tue pecorelle, e dirai ad una moltitudine di anime: siete «mia gioia e mia corona» (Fl 4,1).



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       [23]  Pratica. Siano fissi i nostri desideri dove sono i veri gaudi. «Una sola cosa chiedo al Signore, e la richiederò; di abitare nella casa del Signore tutti i giorni di mia vita» (Sl 26,4). Io, coerede di Cristo, che cosa cercherò ancora in questo mondo? Stimerò una perdita i piaceri e gli onori, le delizie e la tranquillità. Tutto stimerò come spazzatura, onde poter acquistare Dio (cf Fl 3,8).

       Su, fratelli, intraprendiamo il viaggio della vita, ritorniamo alla città celeste, nella quale siamo iscritti, e fatti cittadini. Lavoriamo ora; ci riposeremo in paradiso. «Chi semina scarsamente, scarsamente mieterà; e chi semina con abbondanza, con abbondanza pure mieterà» (2Cr 9,6) la vita eterna. «Nell’andare si va piangendo e portando il seme da gettare, ma nel tornare si torna cantando e portando i propri covoni» (Sl 125,6); «Ciascuno riceverà la propria mercede a proporzione del suo lavoro» (1Cr 3,8).

       Concludendo: il Signore non tarda;... il giorno del giudizio si avvicina;... affaticatevi, o fratelli, «studiatevi sempre più di rendere sicura per mezzo delle opere la vostra vocazione» (2Pt 1,10). La lotta è molesta ma fruttuosa, chi combatte si affatica, ma chi vince viene coronato. Qui lottiamo, in cielo saremo coronati.

 

 




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