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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Tra le virtù che sono da raccomandarsi maggiormente, vi sono la pietà, la purezza, lo zelo pastorale e la pazienza.
[28] 3. Tra le virtù che sono da raccomandarsi maggiormente, vi sono la pietà, la purezza, lo zelo pastorale e la pazienza.
Parlando della pietà, l’apostolo S. Paolo dice a Timoteo: «Esercitati nella pietà» (1Tm 4,7); «La pietà è utile a tutto» (1Tm 4,8), sia a ciò che riguarda la vita presente, come a quello che riguarda la vita futura; sia alla salvezza nostra, sia alla salvezza degli altri.
La purezza mentre è legge per il Sacerdote, è pure suo degnissimo ornamento, ed ornamento, al dire di S. Epifanio, che ridonda sommamente «ad onore e dignità» (Adversus haereses Panarium, 59, 4).
Per la castità il Sacerdote diventa come una persona della sacra Famiglia; Gesù è il giglio, la Vergine Maria un fiore, S. Giuseppe è sposo purissimo. Il Sacerdote casto acquista maggiori meriti, perché tra le battaglie umane, le più dure sono quelle combattute per la castità. Colui che non ha il cuore diviso può spendere tutte le sue forze e dedicare tutte le sue sollecitudini per le anime.
Con lo zelo per le anime si ubbidisce al comando di Cristo: «Vi ho destinati, perché andiate e portiate frutto, ed il vostro frutto sia duraturo» (Gv 15,16). S. Paolo
esclama: «Spenderò quanto ho, anzi spenderò tutto me stesso per le anime vostre» (2Cr 12,15).
Con pazienza, lo zelo sacerdotale riporta frutto; con la pazienza infatti il seme giunge a maturazione; «E portano poi frutto per la loro perseveranza» (Lc 8,15).