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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
2. E all’ora nona Gesù esclamò a grande voce.
[55] 2. «E all’ora nona Gesù esclamò a grande voce: Eloì, Eloì, lamà sabactanì; Che vuol dire: Mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?» (Mc 15,34).
Penserò: È Cristo che ci riscattò dalla maledizione della Legge, diventando maledizione per noi» (Gt 3,13) «Lui che non conobbe il peccato, Dio lo fece peccato per noi, affinché noi in lui diventassimo giustizia di Dio” (2Cr 5,21). L’anima di Gesù è, per causa nostra, triste fino a morirne [se fosse possibile]; egli agonizza ed è oppresso; è abbandonato da tutti; anche il cielo gli pare chiuso, mentre è l’ora del demonio e dei malvagi. La pace all’uomo si acquista a tal prezzo!
Amerò Cristo. Nelle ansietà, ripeterò a me stesso di aver fiducia e non temere, pensando che non si vide mai il giusto, sulla terra, abbandonato. «Dio infatti riconciliava con sé il mondo per mezzo di Cristo» (2Cr 5,19). Dio abita nell’anima del giusto spesso addolorato, perché egli percuote chi ama. Il pastore pure redima in Cristo e per Cristo le sue pecore: egli deve essere un altro Cristo, associato a Cristo crocifisso.
[56] «Dopo questo, sapendo Gesù che ormai tutto era compiuto, affinché si adempisse la Scrittura, disse: Ho sete» (Gv 19,28).
La sete di Gesù è un atroce tormento fisico. Da molte ore non aveva più bevuto, ed inoltre era stato sottoposto a pene morali e corporali indicibili, compresa la flagellazione, l’incoronazione di spine e la crocifissione: era quasi completamente dissanguato. I presenti lo deridono nella sua sete, ed alcuni, «inzuppata una spugna nell’aceto, la posero in cima ad una canna d’issopo, e gliel’accostarono alla bocca» (Gv 19,29); si avverò così la profezia: «Stando io assetato mi diedero a bere aceto» (Sl 68,22). La sete di Gesù è anche morale: egli ha sete di anime. Vede che non tutti approfitteranno della sua morte redentiva e andranno ancora all’inferno, a questa visione il suo cuore resta trafitto: «Qual vantaggio dal sangue mio?» (Sl 29,10 Vg). Il Sacerdote pastore porga a Gesù un bicchiere di acqua fresca, zelando fedelmente il bene delle anime. Dica a tutti come fece Cristo: «Chi ha sete, venga a me e beva» (Gv 7,37).
Come pastore di anime sarò «sorgente di acqua, zampillante fino alla vita eterna» (Gv 4,14).