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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. Quando la mia immaginazione.

       [91]  2. «Quando la mia immaginazione, agitata da orrendi e spaventevoli fantasmi, sarà immersa in mortali tristezze, ed il mio spirito turbato dall’aspetto delle mie iniquità e dal timore della vostra giustizia lotterà contro l’angelo delle tenebre, che vorrà togliermi la vista consolatrice delle vostre misericordie e precipitarmi in seno alla disperazione: misericordioso Gesù, abbiate pietà di me.

- Quando il mio debole cuore oppresso dal dolore della malattia sarà sorpreso dagli orrori di morte e spossato dagli sforzi che avrà fatto contro i nemici della mia salute: misericordioso Gesù, abbiate pietà di me. Quando verserò le mie ultime lacrime, sintomi della mia distruzione, ricevetele in sacrificio di espiazione, affinché io spiri come una vittima di penitenza, ed in quel terribile momento: misericordioso Gesù, abbiate pietà di me. - Quando i miei parenti ed amici stretti a me d’intorno, s’inteneriranno sul dolente mio stato e v’invocheranno per me: misericordioso Gesù, abbiate pietà di me.

- Quando avrò perduto l’uso di tutti i sensi e il mondo intero sarà sparito da me, ed io gemerò nelle angosce dell’estrema agonia e negli affanni di morte: misericordioso Gesù, abbiate pietà di me. - Quando gli ultimi sospiri del cuore sforzeranno l’anima mia ad uscire dal corpo, accettateli come atti di una santa impazienza di venire a voi, e voi, misericordioso Gesù, abbiate pietà di me.

 




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