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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Si possono aggiungere, ai sette ora ricordati altri tre atti.
[162] 3. Si possono aggiungere, ai sette ora ricordati altri tre atti, ossia l’atto di fede, di speranza e di carità, raggiungendo così il numero di dieci: «O Dio, un canto nuovo a te voglio cantare, sull’arpa a dieci corde inneggiare a te» (Sl 143,9). Fede nel santissimo Sacramento, dove veramente vi è il nostro Dio nascosto; dove egli è presente in verità, in realtà e in sostanza. Speranza, perché il regno dei cieli richiede sforzo ed arrivano ad esso quelli che si fanno violenza; il pegno della
nostra futura gloria lo abbiamo proprio nell’Ostia. La carità verso Colui che ama l’anima nostra e che è nascosto nel tabernacolo. Buona parte della visita può essere impiegata nel ripetere atti di carità e nel dire: «Avreste veduto l’amato del mio cuore?» (Cn 3,3).
Qualche volta sarà sufficiente la recita lenta, meditando le singole parole, delle preghiere seguenti: il Credo, il Padre nostro, l’atto di dolore, il «Miserere», qualche inno del Breviario, ecc.
Vi sono alcuni che ricorrono ad un metodo liturgico: durante il tempo natalizio considerano i misteri della natività; nel tempo di quaresima i misteri della passione; nel tempo di Pentecoste adorano lo Spirito Santo, ecc.
Altri si uniscono a Dio con piissime elevazioni ed affetti, considerando i misteri della vita, della morte e della risurrezione del Salvatore. Altri si eccitano ad atti di fede, di dolore, di amore verso il divinissimo Sacramento, nella considerazione dei novissimi.
Altri infine ripensano all’argomento della meditazione, e così facilmente vengono devotamente mossi alla fede, alla carità, all’adorazione ed alla preghiera.