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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
1b. L’ubbidienza.
[171] L’ubbidienza. – Ogni peccato è una disubbidienza. Mediante l’ubbidienza di Gesù: «Tutti saranno costituiti giusti» (Rm 5,19). Venendo egli nel mondo, disse: «Ecco io vengo a fare la tua volontà» (Eb 10,9). Tutta la vita nascosta di Gesù è compendiata nella frase: «Stava loro sottomesso» (Lc 2,51). Tutto il suo ministero pubblico è riassunto nelle parole: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 4,34). Tutta la storia della passione è riassunta nella frase: «Sia fatta la tua volontà» (Mt 26,42): così dal Getsemani al Calvario, alla consumazione. Tutta la vita eucaristica è riassunta nelle parole: «Avendo Iddio obbedito alla voce d’un uomo» (Gs 10,14). Gesù ubbidisce al Sacerdote. Il Sacerdote nella celebrazione della Messa chiama Gesù Cristo, che subito discende dal cielo; ed ogni fedele che chiede la comunione viene ubbidito. L’ubbidienza di Cristo è pronta: il Sacerdote parla, ed immediatamente il pane ed il vino si mutano in Cristo. L’ubbidienza di Cristo è cieca: non distingue tra Sacerdote santo e cattivo, tra mani innocenti e mani macchiate. L’ubbidienza di Cristo è integra; senza alcuna difficoltà, il Sacerdote eleva l’ostia, la depone, la trasporta secondo la propria volontà. L’ubbidienza di Cristo è costante; non l’ha mai violata dall’ultima Cena fino ad oggi; né mai la violerà.
[172] Ed il Sacerdote ubbidisce? Dato che il Sacerdote deve presiedere, può dimenticare l’ubbidire. Siccome si ha una certa età, facilmente pensiamo che l’ubbidienza sia riservata ai bambini; siccome vediamo che i superiori hanno anch’essi difetti ed un modo di fare spesso spiacevole, ci abituiamo a considerare in essi più l’uomo che non il rappresentante di Dio. Non vogliate giudicare i superiori secondo la loro virtù, o secondo la loro posizione sociale; pensate secondo la fede, e secondo la fede regolatevi nelle vostre azioni: sempre Gesù è presente ed in loro ti chiama al lavoro, alla pace, al premio: «Non vi è autorità se non da Dio» (Rm 13,1). Se Dio ubbidisce ad un uomo ordinario, imperfetto, magari sacrilego (che il ciel ne liberi!); come ubbidisce ad un uomo santo, non sarà cosa disdicevole per te seguire l’esempio del tuo Creatore. Sia dunque la tua ubbidienza lieta, anzi gaudiosa.