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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
2. La povertà.
[173] 2. La povertà. – La cupidigia è la radice di tanti mali. Siccome Cristo venne a restaurare ed a condannare il mondo, visse poveramente dalla nascita alla morte. «Non ha dove posare il capo» (Mt 8,20); ed all’inizio del discorso del monte dice: «Beati i poveri in spirito” (Mt 5,3); e questa povertà viene messa come condizione alla perfezione: «Chiunque di voi non rinunzia a quanto possiede, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33).
Anche con il suo esempio, nell’eucaristia, Gesù insegna la povertà: l’ostia è fatta di pochi chicchi di grano; il vino è fatto di pochi acini d’uva; eppure sotto le specie del pane e sotto le specie del vino vi è tutto Cristo. Gesù è ricchissimo e tuttavia S. Vincenzo de’ Paoli lo invoca: «O Gesù, padre dei poveri, abbi pietà di noi!». S. Prospero scrisse: «Le nostre ricchezze sono la pudicizia, la pietà, l’umiltà, la mansuetudine».
Veramente ammirevole è il Sacerdote che vive poveramente, e tuttavia con la sua opera arricchisce molti. «Beato il ricco ... che non è andato dietro all’oro, e non ha sperato nel danaro e nei tesori» (El 31,8); costui sarà veramente un Sacerdote lodato presso Dio e presso gli uomini; costui sarà un vero ricco. «Sono soltanto vere
ricchezze, dice S. Gregorio, quelle che ci rendono ricchi di virtù».
È più facile trovare un povero in ispirito tra i ricchi, che non tra i realmente poveri. Essendo noi poveri, vigiliamo per non diventare ricchi in ispirito. Non siamo troppo preoccupati per il domani; non anteponiamoci alla divina Provvidenza, né facciamo posto all’avarizia. L’avarizia del pastore diventa scandalo per il gregge. L’avarizia inaridisce la vita spirituale: «Niente è più iniquo di colui che ama il danaro: egli infatti mette in vendita anche l’anima sua, giacché da vivo si cava le proprie viscere» (El 10,10). L’avarizia frena lo zelo del pastore, anzi lo impedisce: «Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date per giunta» (Mt 6,33).