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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. Fecondità della speranza.

       [280]  2. Fecondità della speranza. Nella scala di perfezione, che va dalla terra al cielo, vi sono molti gradini. Così è per la virtù della speranza. La speranza non si richiede solo per il gradino più alto, ma per ognuno in particolare: «Ho piegato il mio cuore a praticare i tuoi statuti in eterno, per amore della ricompensa» (Sl 118,112 Vg).

       Sapendo che ciascuno riceverà la mercede anche per un bicchiere di acqua fresca, ogni giorno mortificherò il mio corpo e lo costringerò a star sottomesso; ogni giorno esaminerò me stesso per essere degno di cibarmi del pane e del vino eucaristico; ogni giorno, lasciando il resto, lavorerò alacremente per la salvezza delle anime.

       Sapendo che il mio lavoro non è vano, aderirò fino alla fine della vita a Dio; e fino a quando sia giunto il tempo del riposo, amerò Iddio con tutte le forze della mia mente, del mio cuore e del mio corpo.

 

       [281]  «In speranza noi già siamo salvati» (Rm 8,24). La speranza è certa da parte di Dio, e poggia su fondamento divino; nulla infatti vi è di più solido e di più sicuro



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dell’onnipotenza, della fedeltà e della misericordia divina. Da parte nostra invece la speranza è incerta: si richiede infatti la nostra cooperazione alla grazia di Dio: «Chi ti ha creato senza il tuo concorso, non ti salverà senza il tuo concorso» (S. Agostino); di qui la necessità di continuamente temere, come anche scrive l’Apostolo: «Conducete a termine la vostra salvezza con timore e tremore” (Fl 2,12). Due cose specialmente sono per noi incerte: incerta è la nostra giustificazione: «L’uomo non sa se sia degno di amore o di odio» (Ec 9,1 Vg). Questa incertezza però moralmente si toglie con l’esercizio della carità: «La carità copre la moltitudine dei peccati” (1Pt 4,8). Inoltre incerta è anche la nostra perseveranza fino alla morte. La perseveranza infatti è dono speciale di Dio, che a nessuno strettamente è dovuto, e che neppure l’uomo giustificato e santo può meritare de condigno. Ma questa grande incertezza può, almeno in parte, essere tolta, se usiamo quel grande mezzo di perseveranza che è la quotidiana orazione, la devozione verso Maria SS., madre di perseveranza, e l’esame giornaliero di coscienza.

 




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