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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. La carità è gaudio dell’anima.

       [292]  2. La carità è gaudio dell’anima: tutto è fatica, Dio solo è il riposo. La carità ordina l’uomo ad un fine nobilissimo, ossia al fine ultimo che è Dio, e non da raggiungersi in qualsiasi modo, per esempio con la conoscenza come la fede, o col desiderio come la speranza, ma per possederlo veramente, con l’unirsi a lui, con l’amore di benevolenza e di compiacenza. Da questa unione ne consegue che tutte le altre facoltà dell’anima ordinano, con la loro azione, e dirigono a Dio. Tutto l’uomo, mediante la carità, tende a Dio, non solo mentalmente ed affettivamente, ma in modo vero, efficace ed operativo.

       La carità è la vita dell’anima, la quale può, mediante la carità, fare opere soprannaturali e meritorie. L’Apostolo dice: «Quando pure io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho la carità sono come un bronzo sonante o un cembalo squillante. E se avessi il dono di profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza; e se avessi tutta la fede fino a trasportare i monti, se non ho la carità, non sono nulla. E se distribuissi ai poveri tutti i miei averi, e dessi il mio corpo ad essere bruciato, se non ho la carità, tutto ciò non mi serve a niente» (1Cr 13,1-3).

 




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