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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
2. Il primo [frutto] è la concordia tra i Sacerdoti.
[299] 2. Il primo [frutto] è la concordia tra i Sacerdoti: «Ma se vi mordete e vi divorate gli uni gli altri, badate bene di non lavorare alla vostra mutua rovina» (Gt 5,15). «Nei princìpi occorre unità, nelle cose dubbie libertà, in tutto carità» (S. Agostino). Nei princìpi bisogna essere uniti: uniti cioè nella disciplina, nella fede, nell’ubbidienza al Sommo Pontefice, al Vescovo, alla Chiesa. Nelle cose dubbie vi sia libertà: «Donde procedono le guerre e le liti tra voi, se non di qui: dalle vostre concupiscenze?» (Gc 4,1). «Purché ciascuno sia convinto del suo proprio modo di pensare» (Rm 14,5), mentre la cosa è disputabile. «Se è possibile, quanto è da voi, abbiate pace con tutti» (Rm 12,18). In tutto vi sia carità: «Abbiate tra voi gli stessi sentimenti. Non aspirate a cose alte, ma lasciatevi attirare dalle umili... Non rendete a nessuno male per male... Non fatevi giustizia da voi, o carissimi; lasciate il posto all’ira divina” (Rm 12,16.17.19).
Si deve poi cercare specialmente la solidarietà tra i Sacerdoti: «La vostra carità non sia finta... Quanto all’amore fraterno, vogliatevi bene gli uni gli altri. Prevenitevi gli uni gli altri nel rendervi onore. Non siate pigri nello zelo... Siate perseveranti nella preghiera. Provvedete alle necessità dei santi» (Rm 12,9.10.11.12 s.).