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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. La giustizia deve essere osservata riguardo ai beni dell’anima.

       [320]  2. In primissimo luogo la giustizia deve essere osservata riguardo ai beni dell’anima. Perciò gravissimo è il peccato di scandalo che danneggia i piccoli e ruba loro l’innocenza. Esclama il Salvatore: «Guai al mondo per gli scandali!» (Mt 18,7); «È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per colpa del quale avvengono! Sarebbe meglio per lui che gli si legasse al collo una macina da mulino e si gettasse nel mare, piuttosto di scandalizzare uno di questi piccoli» (Lc 17,1 s.).

 

       [321]  In secondo luogo, è da evitarsi l’ingiustizia riguardo ai beni di ordine spirituale. Non sono sufficienti lievi indizi, se la malizia non è palese, per fare perdere la buona stima, alla quale il nostro prossimo ha diritto; saremmo ingiusti se pensassimo in questo caso male del prossimo, e dessimo il nostro consenso a questi pensieri. Vi sono diversi gradi: ossia il dubbio, il sospetto, l’opinione,

 



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ed infine il giudizio temerario. Tre possono essere le cause: la malizia di colui stesso che giudica, perché spesso giudichiamo gli altri secondo la nostra cattiveria; l’odio e l’invidia: chi si adira od è invidioso, pensa male, anche quando gli indizi sono lievi; l’esperienza della fragilità umana: i vecchi sono molto sospettosi, perché sovente sperimentarono i difetti degli altri. «Non giudicate per non essere giudicati» (Mt 7,1); «Non condannate e non sarete condannati» (Lc 6,37).

 




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