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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. d) La perseveranza.
[338] 3. d) La perseveranza è virtù per la quale l’uomo con fermezza persiste in ogni opera buona, non ostante le molestie e le difficoltà che provengono dalla lunga
durata dell’opera. Questa virtù è affine alla longanimità che è l’equanimità nel tollerare l’afflizione, mentre il bene sperato si allontana da noi. Ancora: la perseveranza è affine alla costanza, virtù che dà quell’immutabilità nel bene, tanto necessaria al Sacerdote, per mantenersi equanime nel pensiero in ogni cosa, e per perseverare invariabile contro tutte le difficoltà che possono sorgere. «Il regno dei cieli si acquista colla forza, e sono i violenti che se ne impadroniscono» (Mt 11,12). «O patire o morire», diceva S. Caterina; «Patire e non morire», ripeteva S. Teresa.