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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. I teologi ci parlano pure del peccato come del più grande male.

       [368]  2. I teologi ci parlano pure del peccato come del più grande male. Il dottore S. Bonaventura chiama il peccato infamia dell’anima: «L’anima diventa col peccato così miserabile e deforme, che Dio Padre non riconosce più in essa la sua immagine; che Cristo sposo la disprezza, che tutti gli angeli e santi la fuggono». S. Basilio chiama il peccato rapina dell’anima: «Il peccatore è simile ad un mercante, che ha guadagnato ingenti tesori e dopo essere sfuggito a tanti pericoli sia per terra che per mare, nell’approdare al porto della sua patria, fa naufragio e perde ogni cosa». S. Agostino chiama il peccato una fatale iattura: «Tu eri la sposa di Cristo, il santuario di Dio, la casa dello Spirito Santo. Ora però devo con dolore dire che tu non sei più ciò che eri».

 

       [369]  La voce del peccato: «Il peccato rende infelici i popoli” (Pv 14,34). Questa voce del peccato ci rintrona negli orecchi, e proviene dagli orrori e dalle guerre e da tutti i mali che di continuo siamo costretti a vedere. Ecco satana, del quale Cristo disse: «Vedevo satana precipitare dal cielo come folgore» (Lc l0,18): un solo peccato bastò per precipitare nell’inferno tanti spiriti. Ecco Giuda, del quale il Salvatore disse: «Guai a colui... Era meglio per lui che non fosse mai nato» (Mc 14,21). «Egli però colla mercede dell’iniquità, comprò un campo, ed impiccatosi, crepò nel mezzo, e si sparsero tutte le sue viscere» (At 1,18).



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       [370]  La voce di Dio: «Stupitene, o cieli, fatene gran cordoglio, o porte del cielo... Hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si sono andati a scavare delle cisterne bucherellate, che non possono tenere le acque” (Gr 2,12 s.). Non dimentichiamo mai le parole del Profeta: «O speranza d’Israele, o Signore, tutti quelli che t’abbandonano saran confusi, quelli che s’allontanano da te saranno scritti in terra; perché hanno abbandonato la sorgente delle acque vive, il Signore» (Gr 17,13). Terribile è l’indifferenza e l’assopimento nel peccato: «Va’ a dire a questo popolo: Ascoltate e guardate di non capire... Acceca il cuore di questo popolo, rendi insensibili le sue orecchie, chiudigli gli occhi, affinché, coi suoi occhi, non vegga e, colle sue orecchie, non senta e non comprenda col suo cuore, e così non si converta e non lo risani» (Is 6,9 s.).

 




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