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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. Preghiera di S. Agostino.

       [377]  3. Preghiera di S. Agostino1, edita per ordine di Papa Urbano VIII: «Davanti ai tuoi occhi, o Signore, portiamo le nostre colpe, e raduniamo le nostre ferite ricevute. Se pensiamo al male fatto, è minore ciò che patiamo di ciò che meriteremmo. È più grave ciò che abbiamo commesso di quello che sopportiamo. Sentiamo la pena del peccato e tuttavia non deponiamo la pertinacia di peccare. Sotto i tuoi flagelli la nostra debolezza rimane triturata, ma la nostra malizia non si corregge. La mente con difficoltà è torturata, e la fronte non si abbassa.



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La vita nel dolore sospira, e non si emenda nell’operare. Se tu aspetti, non ci correggiamo; se tu castighi non sopportiamo. Quando siamo corretti confessiamo quello che abbiamo fatto; dopo la tua visita dimentichiamo ciò che abbiamo pianto. Se stendi la mano, promettiamo di fare; se rinfoderi la spada non manteniamo ciò che abbiamo promesso. Se ferisci, gridiamo perché ci risparmi; se hai avuto riguardo, nuovamente ti provochiamo perché ferisca. Abbi noi, o Signore, come rei confessi: conosciamo che se tu non ci perdoni, noi giustamente periremo. Da’ a noi, o Padre onnipotente, senza nostro merito, ciò che chiediamo, tu che ci hai creati dal nulla, perché ti pregassimo. Per Cristo Signore nostro. Così sia».

 


 




1 Per il testo latino di questa preghiera, cf Oportet orare, p. 289.




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