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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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28.

 BEATI I DESIDEROSI DI GIUSTIZIA, I MISERICORDIOSI, I PURI

 

(PB 7, 1943, 140-144)

 

 

 

I. MEDITAZIONE

 

1. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia.

       [388]  1. «Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati» (Mt 5,6). Secondo l’interpretazione più comune, per fame e sete di giustizia si intende il desiderio ardente di conseguire la salvezza eterna e la perfezione morale e soprannaturale. La giustizia infatti è servire e piacere a Dio; il desiderio di adempiere in tutto la sua volontà: «È conveniente che noi si adempia così ogni giustizia» (Mt 3,15); «Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia» (Mt 6,33). Il costante e ardente desiderio di progredire ogni giorno, provato dai fatti, è la sete e la fame di giustizia. Il Sacerdote deve considerare attentamente il campo spirituale della sua anima.

 

       [389]  Si legge nel Vangelo: «Un uomo aveva un fico piantato nella sua vigna. Andò a cercarvi il frutto, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son già tre anni che vengo a cercare del frutto da questo fico e non ne trovo affatto; taglialo! Perché deve occupare il terreno inutilmente? Il vignaiolo gli rispose: Signore, lascialo ancora per quest’anno, per darmi il tempo di scavar tutt’attorno, e mettergli del concime; se farà dei frutti,



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bene; se no, lo taglierai» (Lc 13,6-9). Commentando questo luogo, S. Massimo di Torino scrive: «Quanto dura condizione è quella di un podere che dovrebbe dare al suo padrone la soavità dei frutti, e che invece lo trafigge con la puntura delle spine... Riflettete adunque, o fratelli, riflettete, affinché anche di voi non si debba dire: Dopo aver aspettato che mi facesse l’uva, m’ha fatto delle lambrusche» (cf Is 5,4) (Sermo de S. Cipriano).

 




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