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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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II. MEDITAZIONE

 

1. Il presepio è via.

       [427]  1. Il presepio è via. – Mondano è il Sacerdote che si lascia guidare dallo spirito del mondo e non dallo spirito di Cristo. I mondani si preoccupano unicamente della vita presente. Il mondo insegna che l’uomo non può essere felice se non aumenta di continuo le sue ricchezze, se non risplende per gli onori, se non guazza nelle delizie. I Sacerdoti mondani stimano, amano e cercano con grande avidità i beni temporali, gli onori, la fama. Fanno grande estimazione delle comodità della vita e dei piaceri. Sono uomini terreni nei pensieri, negli affetti, nelle parole, nelle azioni; non gustano le cose dello spirito; non cercano le cose del paradiso. Questi Sacerdoti vadano al presepio, ed ascoltino e comprendano quanto severamente Gesù Bambino li condanni. Gesù «sopportò di giacere sul fieno, non disdegnò la greppia, si accontentò di poco latte, lui che dà da mangiare agli uccelli» (Breviario Romano: In Nativitate Domini, Inno di Lodi, str. 6.a).

 

       [428]  Mi figurerò di udire Gesù dire ad ognuno di questi Sacerdoti: Io ti ho eletto, o Sacerdote, preferendoti fra mille. Con rilevanti spese fatte dai tuoi genitori e con tante cure, ti ho educato per lunghi anni, fino a quando hai potuto salire all’altare. Ti ho innalzato col sacerdozio; ti ho destinato ad una sublimissima missione, affinché a te ed a molti venissero aperte le sorgenti della vera felicità. Ed ecco che ora ti vedo, o Sacerdote, diportarti come si diportano tanti mondani; con grande fatica ti scavi delle cisterne aride, che non possono contenere acqua di felicità. Tu sei vano come le cose che cerchi. Vani sono i beni temporali: io non li ho cercati; «Chi non è con me è contro di me» (Mt 12,30). Tu ti agiti per la tua dignità dicendo che il Sacerdote è un altro Cristo! Ma quanto la tua condotta è diversa dalla mia! Dicendo di essere tu un altro Cristo, riconosci quali dovrebbero essere i tuoi doveri e la tua condotta, ma con i fatti poi ti contraddici. Io ho cercato le cose spregevoli; tu cerchi le cose preziose e le ricchezze;



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la perdita dei beni temporali ti reca tristezza. Grande errore! La felicità non sta nelle ricchezze. Da quando hai cominciato a cercare i comodi ed il danaro, sei divenuto meno felice e più misero. Se le ricchezze fossero bastanti per rendere felice il cuore dell’uomo, io, quando venni nel mondo, le avrei procurate ai miei amici; ne avrei riservata una parte speciale ai miei eletti, ai Sacerdoti; avrei resa ricca la beata Madre mia ed il mio padre nutrizio. Invece, al contrario, io entrai nel mondo povero, vissi sempre povero, morii povero. Ecco la via che deve battere il Sacerdote, colui cioè che tiene le mie veci.

 




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