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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Mi esaminerò sulle qualità della mia ubbidienza.
[437] 3. Mi esaminerò sulle qualità della mia ubbidienza. È pronta? Ubbidisco senza discutere e senza esitare? Oppure i superiori mi devono ammonire più volte prima che io adempia ai loro comandi? È universale? Ubbidisco
tanto nelle cose facili, come in quelle che appaiono difficili? È lieta? «Dio ama chi dà con gioia» (2Cr 9,7). «Io faccio sempre quello che è di suo piacimento” (Gv 8,29), con cuore giocondo e con volto sereno? O piuttosto dopo aver fatto difficoltà, con il broncio, e mi adatto ad ubbidire soltanto per servire allo sguardo del superiore? È semplice? Oppure faccio precedere ed accompagno l’atto dell’ubbidienza con tanti ragionamenti riguardo alle intenzioni del superiore, riguardo all’oggetto dell’ubbidienza, riguardo al modo con cui mi fu comunicato il comando? Od ubbidisco invece perché quella data cosa piace a Dio, e perciò deve piacere anche a me; ubbidisco senza inquisire, servendo Iddio come servo retto e semplice, nelle persone dei miei superiori? È forte, anzi eroica? Escludo dalla mia ubbidienza le cose comandate da un superiore più giovane, o meno dotto, o meno prudente? È soprannaturale? Ubbidisco sempre per la gloria di Dio? Per la maggior santificazione dell’anima mia e di quella del mio prossimo? Per conformarmi a Cristo maestro? Per rinnegare la mia volontà in ossequio a Cristo? Per donarmi tutto al beneplacito divino, affinché la volontà di Dio venga eseguita in terra come lo è in cielo?
O Gesù maestro, via, verità e vita, abbi pietà di me!