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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
2. Ed ecco quanto miseri e miserabili sono la vita e l’apostolato del pigro.
[439] 2. Ed ecco quanto miseri e miserabili sono la vita e l’apostolato del pigro: «Passai accanto al podere di un neghittoso, e presso il vigneto d’un uomo privo di senno: ed eccoli pieni di erbacce; le ortiche ne coprivano la superficie, e il muricciuolo di pietre giaceva demolito” (Pv 24,30 s.). La parrocchia o la diocesi affidata all’operaio che ama Dio, vede veramente gli uomini ed i fedeli aiutati, in essa veramente si resiste al diavolo, veramente le opere fioriscono, veramente il suo pastore spende tutta la vita per il gregge.
Che ne sarà del Sacerdote pigro, che dopo aver ricevuto un importantissimo talento, anzi molti e preziosi talenti nella sacra ordinazione, tutto poi sotterra? Egli con scuse, che davanti a Dio non valgono, si sottrae ai doveri di catechizzare i rozzi, di curare i malati, della preghiera, dello studio. Io dico: che ne sarà di tale Sacerdote nel dì del giudizio? Che ne sarà del pastore, che per accidia lascia che ogni giorno il lupo entri nell’ovile? Che trascura i catechismi, che lascia che la parola di Dio, la Messa domenicale, la frequenza ai sacramenti, le varie opere pastorali raccomandate dai Sommi Pontefici, a poco a poco cadano, o che mai comincino od esistano? Nella sacra Scrittura un simile pastore è condannato con terribili parole; e più ancora si deve temere della condanna al giudizio di Dio.
Si rallegri ogni pastore, si rallegri ogni Sacerdote che alla sera, nella sua cameretta, stanco per il viaggio del
giorno, può offrire a Dio la sua fatica: «Nell’andare si va piangendo e portando il seme da gettare; ma nel tornare si torna cantando e portando i propri covoni” (Sl 125,6). Né si guardi quello che opera il pigro, perché al giudizio ognuno riceverà la sua sentenza. Come saranno contenti i Sacerdoti ed i pastori buoni in quel giorno, quando udiranno l’invito: «Servo buono e fedele,... entra nella gloria del tuo Signore» (Mt 25,21).