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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. La carità divina è infusa nei nostri cuori.

       [453]  3. La carità divina è infusa nei nostri cuori per azione dello Spirito Santo, e può ogni giorno maggiormente espandersi. Domandiamo perciò a Dio la carità, e domandiamola a mezzo di Maria. «Poiché fu tutta ardente, tutti quelli che l’amano e la toccano, ella li incendia e li assimila a sé» (S. Bonaventura). Pregherò con S. Francesco di Sales: «O Regina dell’amore, ed amante di tutte le creature, e da tutte amata, poiché sempre incendiata dall’amore divino, infiamma il mio cuore dell’amore tuo e dell’amore di Dio. Come pregasti il Figlio per gli sposi: Non hanno più vino; prega anche per me: Non ha amore. Per il tuo grande amore che porti a Gesù, impetrami la carità divina».

       E domandiamo pure alla Vergine un’altra carità, ossia quella verso il prossimo. Questo ci è comandato da Dio: «Chi ama Dio, ami anche il proprio fratello» (1Gv 4,21). La carità della Vergine si palesò nelle parole: «Si mise in viaggio, in tutta fretta, per la montagna» (Lc 1,39), per poter con sollecitudine servire Elisabetta nei suoi bisogni. Nelle nozze di Cana, anche non pregata, sovvenne al bisogno degli sposi, impetrando dal Figlio un grande miracolo con le parole: «Non hanno più vino” (Gv 2,3).

       Come il Padre ha amato il mondo fino a dare per esso il Figlio suo unigenito, così Maria offrì il Figlio suo: «Così Maria amò il mondo da dare per esso il suo Unigenito» (S. Bonaventura). Dopo che Maria fu esaltata sopra i cori degli angeli, crebbe ancora nella carità, perché maggiormente ora vede la miseria degli uomini. Grande fu verso i miseri la misericordia che ebbe Maria quando era ancora esule nel mondo, ma molto maggiore è quella che ha ora che regna in cielo.

       Donami dunque, o Madre, la carità, l’umiltà, la pazienza, la mansuetudine, la benignità. Io ho bisogno della vera carità, la quale «è paziente, è benigna;... non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non



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opera nulla di sconveniente, non ricerca il proprio interesse, non si muove ad ira, non tiene conto dei torti ricevuti, non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra con la verità; tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cr 13,4-7).


 




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