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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
II. MEDITAZIONE
1. La povertà di Maria SS.
[457] 1. La povertà di Maria SS. – Tra i pericoli umani, la concupiscenza degli occhi adesca molti e li rende quasi dementi. Il disordinato amore verso le sostanze di questo mondo, spesso appare quasi lo scopo della vita per coloro che sono avvolti nelle mondanità; il fine vero invece è Dio sommo bene, amico, tesoro e perfetta letizia. Tutto ciò che vi è nel mondo ci viene concesso per il tempo, affinché possiamo guadagnare la felicità dell’eternità. L’avarizia è una forma di pazzia, la povertà dei santi è beatitudine, secondo il detto: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli!” (Mt 5,3). Dice S. Paolo: «Quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che si servono di questo mondo, come se non ne godessero: poiché passa l’apparenza di questo mondo» (1Cr 30 s.).
La povertà è una virtù che proibisce ogni attaccamento immoderato alle sostanze di questa vita. La povertà può poi essere o affettiva, che è a tutti necessaria; o effettiva che è lo stato dei religiosi stretti dal voto, o lo stato degli indigenti e di quelli che si procurano il vitto quotidiano con il sudore della loro fronte.