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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. Il dono della fortezza.

       [515]  3. Il dono della fortezza. Quegli stessi apostoli che dopo l’ultima cena, fuggirono tutti dall’orto per paura,



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dopo la discesa dello Spirito Santo, diventati altri uomini, subirono volontariamente il martirio. Lo Spirito Santo dia anche a noi coraggio, e renda stabili i nostri voti ed i nostri propositi.

       Il dono della scienza. Esso dimostra che gli apostoli non illuminano il mondo né con la scienza delle lettere, né della filosofia umana, ma con la luce che procede da Cristo, il Maestro divino, e che è trasmessa dallo Spirito Santo: «Ma, il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre vi manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa, e vi farà ricordare tutto quello che io vi ho detto» (Gv 14,26).

       Il dono della pietà. «La pietà è utile a tutto» (1Tm 4,8). Questo dono infonde nell’anima la grazia dell’orazione che per gradi sale fino alla contemplazione unendo più intimamente a Dio. Questo dono ottiene da Dio ogni cosa: «Tutto quello che voi chiederete, pregando, credete che l’avete ottenuto e vi avverrà» (Mc 11,24). Non sa ben zelare né ben vivere chi non sa ben pregare; il segreto perciò della santità è la preghiera fatta con fede, perseveranza ed umiltà.

       Il dono del timore di Dio. Per esso l’uomo e specialmente il pastore di anime teme tutto ciò che dispiace a Dio, ed ogni giorno si studia di piacere sempre più a Dio.

       «Vieni, o Spirito creatore...» (Inno di Pentecoste).


 




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