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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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40.

 IL SACRIFIZIO DELLA MESSA

 

(PB 3, 1939, 585-590)

 

 

 

I. MEDITAZIONE

 

1. L’eucaristia è anche il sacrifizio della nuova Legge.

       [530]  1. L’eucaristia è anche il sacrifizio della nuova Legge, succeduto a tutti i sacrifizi dell’antico Testamento: «Da levante a ponente» (Ml 11), viene offerto a lode di Dio ed a remissione dei peccati. Il sacrifizio è l’oblazione di una cosa sensibile fatta dal ministro legittimo, a Dio solo, con la distruzione della detta cosa, per testimoniare il supremo dominio di Dio e la nostra dovuta sottomissione. La Messa viene offerta non da qualsiasi fedele, ma dal Sacerdote eletto ed ordinato a questo fine: «Infatti ogni Sacerdote, essendo preso tra gli uomini, è costituito rappresentante degli uomini nelle cose concernenti il culto di Dio, affinché offra oblazioni e sacrifizi per i peccati» (Eb 5,1). L’uccisione mistica della vittima dipende dalla volontà del Sacerdote. Cristo sulla croce offrì un vero sacrifizio: «È stato sacrificato perché ha voluto» (Is 53,7); e questo sacrifizio viene ogni giorno rinnovato dal Sacerdote.

 

       [531]  La materia di questo sacrifizio è il pane ed il vino, che per la transostanziazione diventano corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo. L’Apostolo dice: «Ogni Sacerdote è costituito per offrire oblazioni e sacrifizi;



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è necessario quindi che anch’egli abbia qualche cosa da offrire» (Eb 8,3). La vittima che viene offerta è ancora quella che volontariamente sulla croce si è offerta al Padre. La medesima infatti è l’ostia: questa vittima è innocente, accetta a Dio, e viene offerta per tutti gli uomini. Il fine di questo sacrifizio è l’onore e la gloria di Dio. Il sacrifizio è in ogni religione il supremo atto di latria, che soltanto può essere dato a Dio. In quanto il sacrifizio ringrazia Dio per i benefizi ricevuti, è detto eucaristico; in quanto ci propizia la divinità per le offese da noi arrecatele, è detto propiziatorio; in quanto poi ci ottiene benefizi e grazie, è detto anche impetratorio.

 




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