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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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III. MEDITAZIONE

 

1. Il sacrifizio della Messa si può dividere in tre parti.

       [538]  1. Il sacrifizio della Messa, che viene offerto dal Sacerdote, si può dividere in tre parti: parte preliminare, parte liturgica, parte complementare. La parte preliminare va dal principio fino all’offertorio: è come una ricapitolazione sommaria delle cerimonie solite farsi, nei primi tempi della Chiesa, prima del sacrifizio. La prima azione viene compiuta dal Sacerdote davanti ai gradini dell’altare; la seconda, quando il messale è dal lato dell’epistola; la terza quando il messale è trasportato al lato del vangelo.

       La prima è come un simbolo dell’umanità perduta ed un atto di umiltà e di dolore. Il salmo «Sii mio giudice, o Dio» è specialmente messo per le parole: «Mi accosterò all’altare di Dio» (Sl 42,4), ossia all’altare di Cristo. La confessione che segue e che viene ripetuta dall’inserviente a nome del popolo, quale augurio reciproco, tra Sacerdote e ministro, di misericordia e di assoluzione; ed altre preghiere che chiedono perdono a Dio, specialmente la seguente: «Deh! Signore, togli da noi le nostre iniquità; affinché meritiamo di entrare con anima pura nel Santo dei santi». Il medesimo concetto viene ripetutamente espresso dalla ripetizione: «Signore, abbi pietà di noi; Cristo, abbi pietà di noi; Signore, abbi pietà di noi». Questa è un’ottima preparazione alla consacrazione del calice di quel sangue «che sarà sparso per molti a remissione dei peccati» (Mt 26,28).

       Nella seconda azione, con l’introito ed il salmo, viene come enunciata la dedicazione della Messa, ed il tema dominante di essa. Seguono le orazioni che chiedono a Dio quelle grazie che sono conformi al carattere della Messa. Viene poi l’epistola, la quale, con le parole dei profeti che molto prima preannunziarono la redenzione degli uomini, ci indica la divina rivelazione manifestata per mezzo di essi; oppure ci indica la rivelazione stessa.

       Nella terza azione viene significato il passaggio del sacerdozio levitico nel nuovo sacerdozio di Cristo; si legge il Vangelo perché «Iddio, che negli antichi tempi



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aveva parlato a più riprese e in più maniere ai nostri padri per mezzo dei Profeti, in questi ultimi tempi parlò a noi per mezzo del Figliuolo» (Eb 1,1 s.). Durante la lettura del Vangelo tutti si alzano in piedi come pronti ad eseguire i precetti contenuti nel Vangelo; si recita poi il «Credo» per professare la fede nelle verità evangeliche.

       Questa parte della Messa si chiama anche didattica, e, specialmente in antico, era ordinata ad istruire il popolo.

 




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