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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
2. La parte liturgica del sacrifizio della Messa.
[539] 2. La parte liturgica del sacrifizio della Messa va dall’offertorio fino alla comunione, ed è la parte essenziale.
Nella prima azione viene preparata la materia del sacrifizio mediante l’oblazione del pane e del vino. Nella seconda azione abbiamo l’essenza del sacrifizio, ossia la consacrazione. Dopo il «sanctus», cominciato il canone, il Sacerdote prega Iddio Padre, in un modo che si può così rappresentare schematicamente:
A: Questo sacrifizio «per» tutti gli uomini, e «con» tutti gli uomini santi offerto,
B: accetta, «o Dio Padre», per la nostra salvezza,
C: e cambialo nel corpo e nel sangue del diletto Figlio tuo.
A: Te l’offriamo, o Padre, affinché lo riceva per la salvezza di tutti:
B: per i defunti,
C: e per noi peccatori.
Con questo schema assai facilmente si comprende il senso di tutto il canone, fino al Padre nostro.
Prima della consacrazione:
A: Comprende le preghiere che cominciano: «Te adunque, clementissimo Padre; Ricordati, o Signore; In comunione».
B: «Questa offerta dunque... ti preghiamo, o Signore, di accettare placato...».
C: «La quale offerta,... affinché diventi per noi il Corpo e il Sangue...».
Nella consacrazione, si ripetono le parole riportate dal Vangelo, con qualche accidentale adattamento.
Dopo la consacrazione:
A: «Perciò, o Signore,... offriamo....; Sopra i quali ti degni di riguardare... e di averli accetti...; Supplichevoli ti preghiamo... che veniamo ricolmi d’ogni celeste benedizione e grazia».
B: «Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi... che dormono il sonno di pace...».
C: «E a noi pure tuoi servi peccatori... degnati di dar qualche parte e società coi tuoi santi...» (Messale Romano, Ordinario della Messa).
Qui termina l’azione centrale ed essenziale del sacrifizio.
Nella terza azione vi è la preparazione alla comunione, la comunione stessa ed il ringraziamento per essa. Si comincia con la recita del Padre nostro e si termina con l’antifona detta «comunione».