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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. L’applicazione della parabola.
[547] 3. L’applicazione della parabola si può facilmente considerare anche nella conversione di Pietro e di Paolo; e poiché essi sono due prìncipi nel regno di Cristo, ammoniscono tutti noi che tale eredità fu guadagnata da Cristo col suo sangue, e che nessuno è tanto peccatore da dover disperare della conversione, e che da un infelice peccatore Gesù può ricavare dei felicissimi santi ed apostoli, e dare al peccatore «il ministero della riconciliazione» (2Cr 5,18). Di Pietro si legge: «Cominciò a imprecare e a spergiurare: Io non conosco quell’uomo!” (Mt 26,74); «Il Signore, voltatosi, guardò Pietro” (Lc 22,61). Ed egli convertitosi rafforzò i fratelli ed il mondo sulla verità della risurrezione e della divinità di Cristo. A lui vennero affidate le chiavi del regno dei cieli e fu il primo vicario del Maestro divino; fu maestro dei popoli, apostolo e martire; la sua gloria viene annunziata in tutto il mondo e per tutta l’eternità viene festeggiato nel cielo.
[548] Di Paolo si legge che «desolava la chiesa» (At 8,3); «Intanto Saulo, ancora spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore» (At 9,1); ed ancora: «Durante il viaggio avvenne che avvicinandosi lui a Damasco, d’improvviso una luce del cielo gli sfolgoreggiò d’intorno. E caduto per terra sentì una voce che gli disse: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ed egli chiese: Chi sei, Signore? E l’altro: Io sono Gesù che tu perseguiti; dura cosa è per te ricalcitrare contro il pungolo. E tremante e stupefatto, Saulo disse: Signore, che vuoi ch’io faccia? E il Signore: Alzati ed entra in città, lì ti sarà detto quello che devi fare» (At 9,3-6). E divenne uno strumento eletto, dottore dei pagani, apostolo che faticò più degli altri, prigioniero per Cristo, scrittore ispirato elettissimo, martire glorioso, compagno di S. Pietro durante la vita, nel martirio e nella gloria
della corona di giustizia. Possiamo concludere: «L’empietà dell’empio non nocerà a lui nel giorno in cui si convertirà dalla sua empietà» (Ez 33,12).