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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Per ricevere in modo lecito e fruttuoso l’estrema unzione.
[568] 3. Per ricevere in modo lecito e fruttuoso l’estrema unzione si richiedono alcune disposizioni del malato:
l’intenzione almeno presunta, e questo anche per la validità; la confessione dei peccati, se il malato è in peccato mortale; la contrizione almeno presunta, nel caso in cui non sia possibile confessarsi; secondo la consuetudine, ormai generale nella Chiesa, deve premettersi la comunione. È da condannarsi l’uso, o meglio l’abuso di amministrare questo sacramento solo quando si è certissimi che il malato morirà, o quando il malato è già fuori dei sensi; basta invece un pericolo probabile di morte, quando cioè la malattia è tale da poter produrre, per sua natura, la morte.
Esame di coscienza: con quale zelo aiuto i malati e specialmente i moribondi? Qualche malato morì senza ricevere l’estrema unzione, per negligenza del pastore? Dice il Rituale Romano: «Infine, secondo la qualità della persona, si possono dare salutari avvisi, in modo breve, per aiutare il malato a morire nel Signore, e per rafforzarlo a cacciare le tentazioni del demonio» (Titolo 5, cap. 2, n. 13). Questo però si deve fare dopo aver amministrato l’olio santo.
Richiamerò alla mente le parole del Concilio di Trento: «Ancorché il nostro avversario cerchi e prenda occasioni durante tutta la vita per cercare di divorare le anime nostre, non vi è tempo alcuno in cui in modo più veemente metta in opera tutte le sue astuzie per perderci per sempre, e per farci perdere, se può, la fiducia nella misericordia divina, come quando vede che siamo alla fine della vita» (Sess. 14. - Denzinger n. 907).